Dolci & mafia, bufera a Taormina

Prelibatezze tipiche al pistacchio ed alla mandorla con riferimenti alla criminalità organizzata: il sindaco Bolognari su tutte le furie, il pasticciere replica: "Nessun inno a Cosa nostra"

TAORMINA (MESSINA) – La “Perla dello Jonio” diventa regina delle recensioni anche per i dolcetti tipici dell’isola, quelli al pistacchio e alle mandorle che fanno concorrenza al mitico cannolo e alla famosa cassata. Ma non si tratta di recensioni qualunque. Quei dolci hanno un brand preciso e si chiama mafia. Nulla a che vedere con la criminalità, sia chiaro, ma l’equazione Sicilia=Mafia continua a essere utilizzate a livello internazionale per pubblicizzare i prodotti Made in Sicily. Così nella regina delle mete turistiche, con milioni di presenze da ogni parte del mondo, nella pasticceria di Roberto “il re dei cannoli” sono esposti in bella mostra i “mafiosi al pistacchio” e “Cosa nostra alle mandorle”, dolci che vanno a ruba tanto da essere recensiti anche su TripAdvisor dove c’è una sezione dedicata ai “fan dei mafiosi”.
I “mafiosi” sono dolci ricoperti da mandorle intere all’esterno e all’interno con un cuore di pura pasta di pistacchio. “Cosa nostra alle mandorle”, sono dolcetti tipici della tradizione siciliana. A denunciare la discutibile trovata pubblicitaria, che in realtà è solo l’ultima di una lunga serie con gli stessi “ingredienti” utilizzata in locali e ristoranti di tutto il mondo, sono stati alcuni studenti palermitani in visita a Taormina in questi caldi giorni di agosto. Buoni i dolci, ma quei nomi aprono ferite che sanguinano ancora per fare finta di nulla. Come hanno fatto invece tantissimi turisti di tutto il mondo che li hanno recensiti con toni entusiastici senza però mai scandalizzarsi per quei richiami alla mafia.
“Nel laboratorio di Roberto il mago dei cannoli, – si legge sul sito specializzato ‘Ilgolosario.it’ – oltre ai perfetti dolci tipici dalla cialda croccante riempita al momento di ricotta fresca, sono spettacolari i dolci di mandorla e di pistacchio. Quindi Delizie al pistacchio (una pasta frolla ripiena di burro, pistacchio e marmellata), Mafiosi al pistacchio (un cuore di pura pasta di pistacchio ricoperto di mandorle intere), Cosa Nostra alla mandorla, paste di marzapane, torte, strudel alla frutta e infine le tipiche cassate (su ordinazione)”.
“Chiameremo il commerciante e chiederemo di togliere i nomi ai pasticcini – dice il sindaco di Taormina Mario Bolognari – Questo tipo di messaggi nelle vetrine e all’esterno dei negozi non mi piacciono e non devono essere utilizzati nella nostra città. L’assessore al Commercio farà tutti i passaggi necessari per evitare che si ripeta. Mi spiace che io non me ne sia accorto, la pasticceria è in una via secondaria, sia pure nel centro storico. Quello che mi rammarica di più è che la segnalazione sia avvenuta da alcuni studente palermitani, dove c’è una maggiore sensibilità verso la lotta alla mafia. I miei cittadini si lamentano per qualche disservizio ma nessuno mi aveva segnalato questa vetrina”.
L’annuncio del sindaco non sembra però preoccupare più di tanto il titolare della pasticceria. “I dolci – spiega – non sono stati chiamati così per inneggiare alla mafia. Se si fa un giro per Taormina i negozi e le bancarelle sono piene di gadget che utilizzano il nome mafia. Se il sindaco verrà qui gli spiegheremo il perché della nostra scelta. Non abbiamo bisogno di utilizzare la mafia per vendere i nostri prodotti, tanto che abbiamo anche oggi il negozio pieno di clienti che li apprezzano”. Ma quel brand continua purtroppo ad essere utilizzato, e non solo a Taormina, per pubblicizzare la Sicilia migliore attraverso la sua immagine peggiore.

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