Da “Sostare” a “licenziare”

di Tonino Demana - Scandalo assenteismo a Catania: l'azienda caccia tre dipendenti, compreso il responsabile dell'autoparco di via Proserpina. "Era il primo a imbrogliare". FOTO - VIDEO

CATANIA – Ventotto indagati, su diciotto rinviati a giudizio (diciassette hanno ammesso le proprie responsabilità), tre licenziati in tronco: la bufera Sostare è servita. Un terremoto che scuote dalle fondamenta l’azienda del Comune di Catania che si occupa della sosta a pagamento, vittima di numerosi casi di assenteismo.
La vicenda giudiziaria scaturisce dall’indagine della Procura, che ha riscontrato pesanti indizi di colpevolezza nei confronti dei cosiddetti “furbetti del cartellino”, accusati di truffa aggravata.
Chi doveva controllare sull’operato dei dipendenti è stato il primo a essere stato licenziato. “Purtroppo era una pratica diffusa nel settore Rimozione – spiega il presidente di Sostare, Luca Blasi -: il caso più eclatante riguarda il capo settore che era il primo a farsi timbrare il cartellino da altre persone”.

In un mese di indagini, in pratica tutto gennaio 2019, sono emersi casi talmente schiaccianti da indurre la Procura di Catania a procedere con effetto immediato. Praticamente a febbraio erano stati raccolti elementi inconfutabili a carico dei dipendenti “furbetti”, nell’autoparco di via Proserpina.
Per agli altri indagati il CdA di Sostare ha disposto la sospensione massima per 10 giorni dal servizio. Consistente il danno erariale per la società che sarebbe stimato in oltre 60 mila euro in un anno.
A settembre – come ha confermato Blasi – verrà nominato il nuovo responsabile rimozioni (carica attualmente affidata al vice); sarà una procedura pubblica aperta a tutti i dipendenti, esclusi naturalmente quelli coinvolti nell’indagine.

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