Catania-Ragusa, sindaci alla Regione spediscono le fasce tricolori al Cipe

Gesto simbolico contro l'immobilismo del governo nazionale: "Isolati e costretti a contare le vittime della strada della morte". VIDEO

CATANIA – Un gesto fortemente simbolico in segno di protesta contro il governo nazionale per la mancata decisione sulla realizzazione della superstrada Catania-Ragusa. Ma soprattutto per capire chi – dopo le rassicurazioni giunte dai ministri per il Sud Barbara Lezzi e per le Infrastrutture Danilo Toninelli – ha bloccato l’opera al Cipe e perché agli otto sindaci, che ne hanno fatto richiesta, è stato negato l’accesso agli atti.
I sindaci dei territori interessati alla realizzazione dell’importante infrastruttura viaria, che rappresentano una comunità che conta circa 600.000 siciliani e gli interessi di almeno mezza Sicilia che ha nel Distretto del Sud Est, hanno deciso di consegnare la fascia tricolore al presidente della Regione  affinché si faccia ancora una volta portavoce di un movimento che da almeno 30 anni chiede l’opera strategica per lo sviluppo di una parte straordinariamente produttiva dell’Isola.
Nel Palazzo della Regione di Catania, oltre al presidente Musumeci e all’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, erano presenti il sindaco metropolitano di Catania Salvo Pogliese e i primi cittadini di Ragusa Giuseppe Cassì, di Carlentini Giuseppe Stefio, di Chiaramonte Gulfi Sebastiano Guerrieri, di Licodia Eubea Giovanni Verga, di Lentini Saverio Bosco, di Vizzini Vito Cortese e l’assessore di Francofonte Giuseppe Vinci.

Il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio, a nome di tutti colleghi, ha ringraziato Musumeci per la vicinanza della Regione e gli ha chiesto di farsi portavoce “del disagio profondo delle comunità” nei confronti del governo nazionale per avere “mortificato le aspettative di un territorio di oltre seicentomila persone, che aspetta di uscire dall’isolamento nel quale si trova.
“Noi sindaci delle comunità interessate all’autostrada siamo costretti a contare ogni giorno sulla pericolosissima strada della morte chiediamo al presidente Musumeci di portare le nostre fasce alla prossima riunione del Cipe consapevoli che saprà rappresentare al meglio il forte disagio di una parte importante di siciliani”.
Il presidente ha chiesto loro di aspettare fino alla prossima seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica, prevista a giorni, per una decisione definitiva. “Siamo molto preoccupati – sottolinea il governatore – della condotta dell’esecutivo nazionale. Si procede a zig zag: quando tutto sembra essere arrivato al traguardo si riparte da zero. Aspetteremo ancora qualche giorno, ma se anche questa volta non dovesse arrivare una risposta chiara, netta e soprattutto decisiva metteremo in campo azioni di protesta civili, ma clamorose. Mi chiedo chi abbia interesse a bloccare quest’opera e soprattutto per quale motivo. Siamo ancora parte dell’Italia o qualcuno a Roma pensa che la Sicilia sia una colonia? Sia chiaro, questo non lo consentiremo a nessuno”.
Contro il governo nazionale e per la messa in opera dello sblocca cantieri, si è conclusa ieri la marcia di protesta del senatore dem Davide Faraone e del deputato regionale del Pd Nello Di Pasquale, insieme ad alcuni attivisti hanno percorso a piedi i 90 chilometri che separano Ragusa da Catania per sollecitare l’avvio dei cantieri già finanziati con dieci miliardi di euro, tra questi appunto l’autostrada Catania-Ragusa.

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