Gli infermieri salvano solo il Garibaldi: “Ospedali insicuri e capi irrispettosi”

Catania: "sconfortanti" i risultati dell'indagine promossa dal sindacato. Al Cannizzaro 9 su 10 vorrebbero essere trasferiti

CATANIA – Più di sette infermieri su dieci ritengono scarsa la sicurezza dei pazienti del Cannizzaro di Catania, nove su dieci della stessa azienda se fosse possibile cambierebbero subito ospedale. Luci e ombre anche all’Arnas Garibaldi, all’Asp e al policlinico Vittorio Emanuele, dove almeno la metà vorrebbe cambiare azienda.
Sono alcuni dei risultati di uno studio promosso dal sindacato Nursind di Catania su un campione del 10% circa di intervistati per ogni azienda. “L’analisi – spiega Salvo Vaccaro, segretario territoriale e vicesegretario nazionale del sindacato – affronta il tema del benessere organizzativo che si trae dal proprio posto di lavoro”.
Tra gli altri dati emersi c’è un giudizio negativo del personale verso il management, che assume il ruolo di protagonista nella gestione delle risorse umane. Una buona metà dei dipendenti, con punte del 79 per cento al Cannizzaro, ritiene di non essere trattato con rispetto dai suoi superiori.
“I risultati dell’indagine sono abbastanza sconfortanti – dice Vaccaro -, la valorizzazione delle competenze e del merito individuale, secondo la percezione del personale sono elementi fondamentali meritevoli di essere implementati in tutte le aziende dato che risultano essere estremamente carenti”.
Altro dato in evidenza riguarda la percezione del personale infermieristico: almeno due su tre ritengono che viene svolto con ritmi poco sostenibili o insostenibili.
Tra gli elementi positivi emerge invece la puntualità nei pagamenti dell’Arnas Garibaldi, dove otto su dieci ritengono che i pagamenti dello straordinario e reperibilità vengono effettuati regolarmente.
“L’ospedale Garibaldi – conclude il Nursind – seppur nella difficoltà di emergere, si conferma la migliore delle quattro aziende catanesi, con gradi di soddisfazione lontani da quanto ci saremmo aspettati ma comunque più elevati rispetto alle altre aziende oggetto d’indagine”.

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