Dopo 10 anni il nuovo contratto dei medici

A firmarlo le maggiori sigle di categoria: possibilità di carriera e aumento di 200 euro al mese a 130 mila professionisti

ROMA – Nuovi ruoli e percorsi per fare carriera anche se non si diventa primari, valorizzazione dei giovani neo-assunti e del lavoro “disagiato” dei camici bianchi nei Pronto soccorso e nelle guardie mediche e un aumento di stipendio per tutti i 130 mila professionisti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) pari a 200 euro lorde al mese.
Dopo 10 anni di attesa, e un difficile confronto, è stato firmato la scorsa notte all’Aran (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni) il nuovo contratto dei medici, veterinari e dirigenti del Ssn per il triennio 2016-2018. A siglarlo tutte le maggiori sigle di categoria, tranne i sindacati Cimo, Anpo e Fesmed, che hanno dato un giudizio negativo dichiarando lo stato di agitazione.
Un risultato atteso da tempo e accolto con soddisfazione dai ministri della Salute Giulia Grillo (“E’ fatta, ora avanti insieme per un futuro migliore per il nostro Ssn”, ha dichiarato) e della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. A dirsi “soddisfatti”, definendo il nuovo contratto “complessivamente buono”, sono anche i sindacati, sottolineando che si è ottenuto “il massimo possibile”.
“Siamo ampiamente soddisfatti date le condizioni di partenza e i vincoli imposti dal ministero dell’Economia – ha affermato Carlo Palermo, segretario del maggiore dei sindacati dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed -. E’ il massimo che si poteva ottenere e siamo riusciti a fare le nozze con i fichi secchi. L’aumento ottenuto è stato di 200 euro lorde mensili, ma è il massimo che potevamo fare nelle condizioni date. Il nostro interesse è stata la difesa del Ssn. Spetta ora alla politica muoversi rapidamente”.
Anche per il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, è stato fatto “il miglior accordo possibile”, mentre la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan parla di “buona notizia per la Sanità e il Paese” e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, rileva come l’accordo “valorizza il lavoro dei giovani neo assunti e affronta situazioni critiche come la carenza di organico, la salute e la sicurezza del personale sanitario, a partire dall’emergenza aggressioni”.
Una delle principali novità del contratto riguarda proprio la possibilità di inediti ruoli e percorsi per fare carriera, sulla base della professionalità e competenza, per un totale di 9 mila posizioni. I nuovi ruoli sono definiti ‘posizioni di altissima professionalità’: prevedono un incremento economico e vi si accede attraverso una selezione da parte dei manager e dirigenti sanitari sulla base di 3 criteri che sono la casistica professionale, la capacità di utilizzo delle tecnologie e i curricula.
Si tratta cioè, ha spiegato Palermo, di “un nuovo percorso di carriera ‘aperta’, a partire da gennaio 2020, che si affiancherà all’attuale percorso di carriera gestionale cui si accede superando il concorso da primario”.
E, incassato l’accordo, si guarda già al prossimo rinnovo contrattuale 2019-2021: “E’ fondamentale ora confermare il finanziamento di 2 mld dal Fondo sanitario per il 2020 e di 1,5 mld per il 2021 a garanzia del prossimo rinnovo”, ha avvertito Palermo. Rispetto invece all’accordo 2016-2018, Palermo ha sottolineato come il “costo del nuovo contratto è pari a 518 mln di euro annui dal 2019”. L’accordo sarà ora valutato dal ministero dell’Economia e dal governo, per arrivare poi alla firma definitiva.

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