Preso il nuovo boss di Carini

Decapitati i vertici del clan che faceva riferimento ad Antonino Di Maggio, il territorio era diventato il nuovo centro di smistamento della droga: 9 arresti. Tutti i nomi

PALERMO – Una vasta operazione antimafia condotta dalla Polizia di Stato volta a disarticolare i vertici della famiglia mafiosa di Carini è in corso nella provincia di Palermo. Gli investigatori della Squadra Mobile, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo, hanno arrestato nove persone accusate, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini hanno permesso inoltre di evidenziare come gli esponenti della famiglia mafiosa di Carini controllassero in modo capillare il territorio, sottoponendo ad estorsione gli operatori economici della zona. Questi ultimi, prima di intraprendere qualsiasi attività, dovevano, inoltre, ottenere una sorta di “autorizzazione” preventiva da parte della famiglia.
Tra gli arrestati dell’operazione antimafia c’è Antonino Di Maggio, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Carini. Gli agenti della squadra mobile sono risaliti a lui grazie alle intercettazioni e alle dichiarazioni degli ultimi collaboratori che hanno iniziato a squarciare il velo sugli affari della cosca.
A Carini negli ultimi anni sono stati messi a segno i più grossi sequestri di droga. Il nome del nuovo capomafia era emerso nel corso dell’operazione che aveva consentito l’arresto di Alessandro Bono, titolare di pompe funebri accusato di traffico di stupefacenti. Lo scorso anno nella zona industriale è stato fatto il più grosso sequestro di droga: 1.470 chili di hashish che viaggiavano sui tir.
Tutti gli arrestati. Antonino Di Maggio, 64 anni, Vincenzo Passafiume, 69 anni, Salvatore Amato, 58 anni, Fabio Daricca, 41 anni, Alessandro Bono, 40 anni, Antonino Vaccarella, 36 anni, Salvatore Lo Bianco, 24 anni, Giuseppe Darrica, 29 anni, Giuseppe Patti, 37 anni. Di Maggio, Bono e Fabio Daricca l’ordinanza è stata notificata in carcere.

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