Giro d’Italia, dalle Madonie allo Zoncolan. Sicilia in vetrina con 3 tappe da urlo

La 103esima edizione della corsa rosa partirà dall'Ungheria, poi il solito concentrato di storia e cultura con suggestivi passaggi a Catania, Noto, Siracusa, Capo d'Orlando e Palermo 

Il Giro d’Italia che verrà parla un po’ di ungherese e tornerà a scandire anche il dialetto siciliano. Fra goulasch e arancine, la corsa rosa numero 103 sarà il solito concentrato di storia e cultura, scalando la Penisola da sud a nord accompagnata dalla tradizionale passione popolare. La partenza avverrà con un prologo dalla capitale magiara, Budapest, e sarà il preludio ad altre due tappe in terra ungherese, prima del giorno di riposo per il trasferimento da un Paese all’altro.
Il Giro approderà in Sicilia, a Catania, com’era avvenuto nel 2018 (la Sicilia venne attraversata anche nel 2017), non quest’anno e nell’edizione che precede la Grande partenza del 2021. Anche sulle strade dell’Isola andranno in scena tre frazioni, con l’interessamento di siti Unesco, come Noto o Siracusa, toccando le terre del commissario Montalbano nato dalla fantasia dello scrittore Camilleri. Il ‘passaggio’ in Sicilia s’inquadra nel progetto triennale relativo all’investimento della Regione, pari a 11 milioni, che è stato sposato dalla RCS. La società organizzatrice del Giro ha riesumato quest’anno anche il Giro di Sicilia, che non si disputava dal 1977, cioè da 42 anni.
Il programma delle autorità siciliane è ambizioso e sinergico, sospeso fra sport e turismo, al fine di ripristinare una vetrina impareggiabile. Nel percorso siciliano, molto probabilmente, ci sarà una tappa già proposta al Giro di Sicilia di quest’anno, fra Capo d’Orlando (Messina) e Palermo, ma senza l’arrivo nel capoluogo. Di certo ci sarà dentro il comprensorio delle Madonie, con i suoi borghi medievali d’eccellenza e le vette innevate (si arriva anche a oltre 2 mila metri) a fare da sfondo al passaggio della carovana rosa. Il tutto a pochi minuti dal mare. E poi, il solito arrivo sull’Etna, divenuto irrinunciabile, non solo dal punto di vista paesaggistico.
Nell’edizione 103 del Giro si dovrebbe affrontare il Gavia, che quest’anno è saltato per le bizze del meteo e, chissà, forse anche lo Zoncolan, il ‘kaiser’ della Carnia, una delle salite più dure del mondo, un vero stadio naturale del ciclismo. E poi, sempre per rimanere in Friuli, per la prima volta nella storia del Giro, una delle tappe partirà da una base militare, per l’esattezza da Rivolto, sede del II Stormo dell’aeronautica militare.
Un anno importante per la base friulana che nel 2020 celebrerà anche la 60/a stagione acrobatica delle Frecce tricolori. Nell’ultimo decennio già due volte le Frecce tricolori hanno sorvolato il Giro d’Italia: nel 2009, durante il passaggio della corsa proprio sulla pista di Rivolto, e nel 2014, quando la corsa rosa si chiuse a Trieste. Nel Giro che verrà c’è tanto sud e ci saranno anche tante montagne. Il gran finale potrebbe tornare nella sede naturale di Milano. Ma, tutto sommato, alla fine questi possono anche essere considerati dettagli.

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