Lombardo, sentenza d’appello slitta ancora

L'ex presidente della Regione è accusato di reato elettorale, in primo grado fu assolto "perché il fatto non sussiste". Udienza il 10 luglio

CATANIA – E’ stata rinviata al prossimo 10 luglio, per un impedimento della difesa, il processo di secondo grado per reato elettorale all’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, a suo figlio Toti, a Ernesto Privitera, ad Angelo Marino e a Giuseppe Giuffrida. Per la prossima udienza sono state fissate repliche delle parti e poi la prima corte d’appello di Catania si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.
Il Pg Angelo Busacca ha chiesto la condanna a un anno due mesi per Raffaele e Toti Lombardo e a 10 mesi ciascuno per gli altri tre imputati. Il procedimento è stato istruito dopo il ricorso della Procura contro la sentenza di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste” emessa Tribunale monocratico presieduto da Laura Benanti. Secondo l’accusa, Lombardo avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti eletto con 9.633 preferenze nella lista del Mpa alle Regionali dell’ottobre del 2012.
A dare il via all’inchiesta erano state dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Il posto di lavoro sarebbe stato promesso a Privitera e Marino in favore dello stesso Marino e di Giuffrida, quest’ultimo in seguito effettivamente assunto. La squadra mobile della Questura di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ha ascoltato in particolare Privitera. A lui, secondo l’accusa, Toti Lombardo, al telefono, e Raffaele Lombardo, di persona, avrebbero assicurato due assunzioni in un’impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti.

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