Palermo, giorni di attesa

I giocatori di Delio Rossi hanno ripreso ad allenarsi mentre il club aspetta l'udienza alla Caf. E intanto una sentenza della Cassazione apre uno spiraglio

PALERMO – Dopo due giorni liberi, i giocatori del Palermo sono tornati ad allenarsi nel campo di Boccadifalco, in attesa di capire cosa accadrà giovedì a Roma nell’udienza davanti alla Corte federale d’appello che dovrà esaminare il ricorso presentato dalla società contro la decisione assunta in primo grado dal Tribunale federale nazionale di retrocedere i rosanero all’ultimo posto della classifica di B per illecito amministrativo.
Nell’attesa, lo staff tecnico continua a fare lavorare i giocatori sul campo. Oggi al Tenente Onorato, i calciatori, agli ordini di Delio Rossi, hanno fatto alcune esercitazioni tecniche, un lavoro tattico e una partitella in porzione ridotta del campo. Lavoro differenziato e fisioterapia per Ilija Nestorovski. La squadra tornerà in campo domani per una seduta di allenamento a porte chiuse.
Intanto, il deputato del Pd e segretario dem di Palermo, Carmelo Miceli, ha inviato una lettera al sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, che ha la delega allo Sport. “Le novità giudiziarie emerse nelle ultime ore – spiega Miceli – sono di rilievo tale da giustificare l’immediato scagionamento della società e il conseguente annullamento, in secondo grado, di una decisione sportiva che, ogni giorno di più si appalesa come ingiusta. La Cassazione, nelle motivazioni di una sentenza riguardante un procedimento della Procura di Caltanissetta contro la precedente gestione societaria della squadra, ha sostanzialmente fatto cadere alcune ipotesi che erano a fondamento della decisione del Tribunale federale di far retrocedere il Palermo”.
“Nella sentenza i supremi giudici fanno riferimento all’operazione Alyssa, cioè quella che il Tribunale e la Procura federale del calcio pongono a fondamento della retrocessione del Palermo’, smentendone la natura fittizia e dissimulata. Alla luce di questa novità e dell’imminente pronunciamento della Corte federale d’appello, previsto per il 23 maggio, la esorto – dice Miceli rivolgendosi a Giorgetti – a volere acquisire immediatamente copia del provvedimento giudiziario e ad assumere pubblicamente una posizione netta sulla vicenda, possibilmente rispondendo alla interpellanza a mia firma tutt’ora giacente al’Ufficio atti ispettivi”.

scroll to top