Montante condannato a 14 anni

Aumentata la pena chiesta dalla procura per il leader di Confindustria Sicilia, accusato di aver creato una rete spionistica per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari. Il pm Bertone: "Il sistema c'è"

CALTANISSETTA – Quattordici anni con l’abbreviato – pena quindi diminuita di un terzo, 3 anni e sei mesi di carcere in più rispetto a quanti ne aveva invocati la procura di Caltanissetta.
Durissima la pena decisa dal gup Graziella Luparello nei confronti dell’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante, industriale degli ammortizzatori venduti in tutto il mondo, inventore di biciclette di lusso, ossequiato in tutti i salotti imprenditoriali e politici (da Sinistra a Destra) in nome di quell’alone di antimafia che era riuscito a creare e che l’ha portato a diventare responsabile legalità di Confindustria nazionale.
L’ex presidente di Unioncamere Sicilia e della Camera di commercio nissena era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Sarebbe stato al centro del cosiddetto “Sistema Montante” una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari dandogli la possibilità di essere la testa di un “governo parallelo” in Sicilia come aveva scritto nella propria relazione a marzo scorso la commissione regionale antimafia.
“Quattordici anni? Ma è più di quello che ha chiesto la Procura…”, ha commentato Montante informato al telefono dall’avvocato Giuseppe Panepinto della sentenza. In questo processo abbreviato erano imputati, a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio, al favoreggiamento anche alcuni dei componenti di quella rete di favoreggiatori e “spie” che hanno reso Montante potente.
Sono stati condannati il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta a 3 anni (chiesti 4 anni e 6 mesi), il sostituto commissario Marco De Angelis a 4 anni, (chiesti 6 anni e 11 mesi), il capo della security di Confindustria Diego Di Simone a 6 anni e 4 mesi (chiesti 7 anni, 1 mese e 10 giorni), il questore Andrea Grassi è stato assolto da due capi d’imputazione ma condannato a un anno e 4 mesi per un altro (chiesti 2 anni e 8 mesi), assolto il dirigente regionale Alessandro Ferrara (chiesta l’assoluzione). Prosegue col rito ordinario il processo ad altri 13 imputati tra cui l’ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex capo dei servizi segreti Arturo Esposito, il tributarista Angelo Cuva.
Il capo della procura nissena Amedeo Bertone dopo la sentenza ha detto: “Il sistema Montante c’è. Il dispositivo della sentenza dà conto della fondatezza dell’accusa e dello straordinario lavoro che l’ufficio ha svolto in questi anni e fa giustizia di alcune affermazioni fatte durante il processo”. Panepinto ha invece affermato: “Ci aspettavamo viste le premesse una condanna ma non così pesante. Leggeremo le motivazioni. Tenete conto che una condanna in abbreviato a 14 anni prevede una pena base di 21 anni: siamo quasi all’omicidio”. L’avvocato ha detto che Montante farà appello.
Il gup Grazia Luparello nel dispositivo di sentenza del processo Montante ha disposto anche il risarcimento alle parti civili, compresa la Regione Siciliana per 70.000 euro. La stessa cifra, a ciascuno, è stata riconosciuta a Graziella Lombardo, Attilio Bolzoni, Gioacchino Genchi, Salvatore Petrotto, Antonino Grippaldi, Gaetano Rabbito, Vladimiro Crisafulli, Pasquale Carlo Tornatore, Marco Benanti, Monica Marino, Fabio Marino, Gildo Matera, Umberto Cortese, e Vincenzo Basso. Un risarcimento di 15mila euro ciascuno è stato riconosciuto a Gianpiero Casagni, Nicolò Marino e Pietro Di Vincenzo. Risarcimento da 10mila euro per Alfonso Maria Cicero e 30mila euro per l’Ordine dei giornalisti di Sicilia e la Camera di commercio di Caltanissetta. Il risarcimento più alto è stato riconosciuto al Comune di Caltanissetta: 70mila euro.

scroll to top