Mutilati per truffare le assicurazioni: anche un morto sotto i colpi del boia

Palermo: spaccavano ossa e simulavano incidenti con la complicità di professionisti. Fermate 42 persone, 250 gli indagati. VIDEOI NOMI

PALERMO – Nuova maxi operazione a Palermo contro un’organizzazione che avrebbe truffato le assicurazioni con falsi incidenti, arrivando perfino a gravissimi danni fisici come mutilazione degli arti e fratture a vittime compiacenti. Una delle quali ha perso la vita. Gli agenti della squadra mobile, la guardia di finanza e la polizia penitenziaria hanno fermato 42 persone (34 dalla polizia e 8 dalle fiamme gialle). Tra questi anche un avvocato palermitano che curava la parte legale di molti dei falsi sinistri. Circa 250 gli indagati.
Le operazioni denominate in codice ‘Contra Fides’ e ‘Tantalo bis’ costituiscono il prosieguo dell’inchiesta che già lo scorso anno aveva portato a 11 fermi e a una cinquantina di indagati. Le persone fermate stamane sono accusate di lesioni gravi, usura, estorsione, peculato, truffe assicurative e autoriciclaggio.
A fronte degli spiccioli alle vittime, le organizzazioni – che si sono avvalse delle prestazioni di compiacenti professionisti – intascavano elevati rimborsi assicurativi connessi alla gravità delle menomazioni fisiche e al grado di invalidità, in alcuni casi permanente.
C’è anche un morto, il tunisino Hadry Yakoub, trovato su una strada alla periferia; per questa vicenda erano state già fermate lo scorso agosto tre persone. All’extracomunitario sarebbero state somministrate dosi di crack per evitare che si potesse sottrarre alle lesioni.

La morte, in un primo momento decretata come conseguenza di un incidente stradale, in realtà era stata determinata dalle fratture multiple procurate al tunisino da appartenenti all’associazione criminale per inscenare un finto incidente. I responsabili non avevano poi esitato a fingere comunque che il tunisino fosse rimasto vittima di incidente stradale.
Le indagini hanno messo in luce uno spaccato criminale fatto di reclutatori che agganciavano i malcapitati tra persone indigenti; di ideatori che individuavano luoghi non vigilati da telecamere, veicoli per inscenare gli incidenti e falsi testimoni; di “boia-spaccaossa” che procedevano alle lesioni fisiche degli arti superiori e inferiori (ai quali gli indagati si riferivano convenzionalmente come “primo piano” e “piano terra”); di medici compiacenti che firmavano perizie mediche di parte; di centri fisioterapici che attestavano cure alle vittime mai effettivamente somministrate; di strutture criminali organizzate che acquistavano le pratiche mettendo al lavoro avvocati e studi di infortunistica stradale che gestivano poi il conseguente iter finalizzato al risarcimento.
La Gdf ha accertato che l’organizzazione aveva tentato di mettere a segno un falso incidente sul traghetto Palermo-Genova. Un passeggero aveva detto di essere caduto dalle scale della nave fratturandosi le gambe mentre in realtà gli arti gli sarebbero stati spaccati appositamente sul traghetto. L’uomo a Genova è stato poi ricoverato in Rianimazione per un’embolia polmonare a seguito delle gravi fratture. Nel corso delle perquisizioni è stato trovato un libro mastro con diversi episodi di rotture di ossa provocati ad arte, nomi di vittime e località dell’incidente.
A otto degli indagati sono stati sequestrati beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre mezzo milione di euro. “Ad uno dei capi, Domenico Schillaci, sono stati sequestrati alcune attività commerciali, il bar Dolce Vita, un centro scommesse, un gommone, una Porsche e una moto”, ha detto il colonnello Cosmo Virgilio, comandante del nucleo di polizia economica e finanziaria della Gdf di Palermo.
Le indagini si sono anche avvalse della collaborazione di tre uomini che erano stati arrestati lo scorso agosto. I tre hanno fornito una serie di elementi che hanno squarciato il velo sull’organizzazione. Le vittime erano scelte tra i tossicodipendenti, persone con disturbi psichici e donne che in condizioni di povertà che si prestavano a mettere in scena i falsi incidenti. Tra i fermati anche l’avvocato Graziano D’Agostino. “Sono 250 gli indagati in questa operazione e 50 vittime hanno collaborato”, ha detto il capo della mobile Rodolfo Ruperti.
Le bande criminali avevano una organizzazione “orizzontale con diversi capi e si erano divisi la città”, ha spiegato il capo della squadra mobile di Palermo Rodolfo Ruperti che ha svolto l’inchiesta. I capi in tutto erano tre e gestivano un giro di denaro di circa 2 milioni di euro. Al vertice dell’organizzazione c’era Giovanni Napoli, 44 anni, detto “fragolina”, che non solo gestiva le pratiche di risarcimento, ma era anche operativo e in alcuni casi avrebbe anche procurato le lesioni ai beneficiari della truffa.
“In una sola notte anche sette persone venivano menomate. I casi che abbiamo ricostruito sono numerosi”, ha spiegato Ruperti. Insieme a Napoli a guidare l’organizzazione ci sarebbe anche Antonino Di Gregorio, 44 anni, e Domenico Schillaci, titolare del bar “Dolce Vita” di via Brunelleschi a Palermo, che viaggiava a bordo di una Porsche ed era proprietario di un gommone fuoribordo e di una potente moto.
“I beni accumulati dai criminali sono in fase di quantificazione – spiega Cosmo Virgilio comandante del nucleo economico e finanziario della Guardia di Finanza che con la polizia ha condotto l’indagine- Stiamo proseguendo nelle perquisizioni e nei sequestri”.
GLI ARRESTATI. I fermati nel corso dell’operazione Tantalo 2 sono: Carlo Alicata, 43 anni, Gaetano Alicata, 23 anni, Filippo Anceschi, detto il Nano, 55 anni, Salvatore Arena, detto Mandalà, 41 anni, Gioacchino Campora, detto Ivan, 43 anni, Graziano D’Agostino, 43 anni, Rita Mazzanares, 26 anni, Salvatore Di Gregorio, detto Salvino, 53 anni, Salvatore Di Liberto, 50 anni, Giuseppe Di Maio, detto Fasulina, 38 anni, Piero Orlando, detto Piero Sh, 38 anni, Mario Fenech, 60 anni, Vittorio Filippone, 31 anni, Antonino Giglio detto Tony u Pacchiune, 44 anni, Gesuè Giglio, 31 anni, Vincenzo Peduzzo, 43 anni, Alessandro Santoro, 39 anni, Alfredo Santoro, detto Lello, 45 anni, Natale Santoro, 42 anni, Antonino Saviano, 39 anni, Letizia Silvetri, 35 anni, Monia Camarda, 39 anni, Vincenzo Cataldo, 54 anni, Orazio Falliti, 64 anni, Gaetano Girgenti, 54 anni, Alfonso Macaluso, 49 anni, Benedetto Mattina, 40 anni, Giuseppe Mazzanares, 39 anni, Maria Mazzanares detta Mary, 31 anni, Salvatore Mazzanares, 57 anni, Mario Modica, 49 anni, Cristian Pasca, 23 anni, Giuseppa Rosciglione, 57 anni, Maria Silvestri, 38 anni.
I fermati nel corso dell’operazione Contra Fides della Guardia di Finanza sono: Giovanni Napoli, 44 anni, Antonino Di Gregorio, 44 anni, Patrizia Alaimo, 41 anni, Ermanno Campisi, 40 anni, Emanuela Gallano, 33 anni, Fabio Riggio, 28 anni, Domenico Schillaci, 33 anni, Giovanna Lentini, 42 anni.

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