Blutec, il sogno finisce all’alba: “Scomparsi 16 dei 21 milioni erogati dallo Stato”

Termini Imerese. Sequestrata l'azienda, arrestati il presidente e l'ad per malversazione. Il sindaco: "Disastro annunciato". VIDEO

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PALERMO – Roberto Ginatta e Cosimo di Cursi, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della Blutec, la società che ha rilevato l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, sono stati posti agli arresti domiciliari dalla guardia di finanza con l’accusa di malversazione ai danni dello Stato.
“Solo 5 milioni di euro dei 21 erogati a Blutec sono stati destinati allo scopo del programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese. Gli altri 16 milioni di euro sono scomparsi”, ha evidenziato il sostituto procuratore Guido Schininà.

I soldi sono spariti attraverso spese fantasma, come quella per un costoso software mai arrivato nello stabilimento di Termini Imerese.
Al presidente e all’ad è stato contestato il reato di malversazione di fondi pubblici e nei loro confronti è stata disposta la misura del divieto per la durata di 12 mesi di esercitare “imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese”.
L’operazione della guardia di finanza ha portato al sequestro dell’intero complesso aziendale Blutec spa, oltre allo stabilimento di Termini Imerese. “Con quei 5 milioni sono stati acquistati macchinari – ha aggiunto il pm – ma non è stata rilanciata l’attività industriale”.
La Blutec ha stabilimenti in diverse parti d’Italia e il provvedimento della Procura di Termini Imerese riguarda l’intero gruppo e le quote societarie. La società, costituita nel 2014, ha sede a Pescara e un altro stabilimento si trova nel torinese. “Da domani sarà un amministratore giudiziario a occuparsi della società”, ha sottolineato il comandante del nucleo di polizia Economico-finanziaria delle Fiamme gialle di Palermo, colonnello Cosmo Virgilio -. Abbiamo accertato che ci sono stati movimenti finanziari dopo l’accredito delle somme da parte di Invitalia per lo stabilimento di Termini. Parte dei fondi ricevuti sono stati oggetto di speculazione finanziaria, hanno prodotto rendimenti poi girati nei conti di altre società del gruppo”.
Di Cursi al momento si trova in Brasile, dove il gruppo della famiglia Ginatta dispone di un sito produttivo, ma l’avvocato difensore ha fatto sapere alla Procura che “l’indagato non ha alcuna intenzione di sottrarsi al provvedimento”.
“Il grande bluff è stato svelato, il quadro si è chiuso”, commenta la Fiom siciliana. Nel frattempo gli operai Blutec sotto choc a Termini Imerese hanno assistito al sequestro da parte dei finanzieri che si trovano negli uffici amministrativi.
Amaro il commento del sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta che definisce “disastro annunciato” l’arresto dei manager. “Seppur, nella consapevolezza delle difficoltà registrate nei mesi scorsi, in merito alla restituzione delle somme anticipate all’azienda da Invitalia, abbiamo sempre sperato che la ‘vertenza’ potesse trovare una soluzione favorevole per le migliaia di famiglie, coinvolte, loro malgrado, in un disastro sociale ed economico senza precedenti”.
Le organizzazioni Sindacali, il Comitato Permanente dei sindaci, già convocato per mercoledì 13 marzo in Municipio, decideranno quali azioni intraprendere. “Resto fermamente convinto – conclude il sindaco – che una manifestazione a Torino dinanzi la principale sede italiana di Fca, sia l’unica soluzione, affinché l’azienda Torinese, possa assumersi quelle responsabilità che fino ad oggi non si è mai voluta assumere. Possiamo, sin d’ora, assicurare che le organizzazioni Sindacali, gli operai e le loro famiglie, non saranno lasciati soli e che le istituzioni Locali, a partire dal Comune di Termini Imerese, sarà al loro fianco, fino a quando, insieme, non troveremo una via d’uscita dignitosa a questo disastro annunciato”.

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