“Dacci soldi e oro o ti finisce male”

Estorsione e minacce di morte a un gioielliere di Grammichele: tre arresti. VIDEO

CATANIA – Per ottenere soldi e oro da un gioielliere di Grammichele, che ‘accusavano’ strumentalmente di avere ricettato oggetti rubati a casa di uno di loro, lo hanno minacciato di gravi rappresaglie e anche di morte. La vittima temendo per la sua vita ha consegnato loro in più riprese denaro e oggetti preziosi, senza però che le minacce finissero.
Così ha denunciato le estorsioni ai carabinieri che hanno arrestato in flagranza di reato, dopo l’ennesima ‘consegna’, Massimo Michele Grosso, di 37 anni, e Antonio Amoroso, di 33. Un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari è stata poi emessa dal Gip di Caltagirone per il terzo indagato, Rosario Amoroso, di 29 anni.
Le estorsioni, secondo l’accusa, sono iniziate il 22 febbraio scorso, con la consegna di 30 grammi d’oro e di 500 euro, e sono proseguite nei giorni seguenti, con la consegna di collane d’oro. Tra le minacce pronunciate: “Se non ci accontenti ti finisce male”. Uno di loro, brandendo una spada, gli ha anche detto: “Ti ammazzo”.

All’indomani della prima estorsione i tre sarebbero tornati nel negozio per prendere quanto promesso e la vittima ha dato loro un bracciale d’oro. Tre giorni dopo il gioielliere sarebbe stato “invitato” in casa della persona che diceva di aver subito il furto che, brandendo una spada, lo avrebbe minacciato di morte intimandogli di preparare almeno 300 grammi di oro da consegnare nel giro di poche ore in gioielleria.
A quel punto la vittima ha deciso di rivolgersi ai carabinieri, che hanno arrestato in flagranza Grosso e Antonino Amoroso all’uscita della gioielleria. Rosario Amoroso è stato arrestato il 7 marzo in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Caltagirone.
Il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, ha espresso “soddisfazione per la brillante operazione dell’Arma”, e ha invitato le vittime del racket a “seguire il coraggioso esempio del commerciante di Grammichele collaborando con le istituzioni”.
“Pagare il pizzo – ha sottolineato Verzera – significa accrescere i patrimoni e la forza delle organizzazioni criminali ai danni della società civile”.

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