Ars di lusso: costa 1.000 € al minuto

Dossier dei 5 stelle siciliani. I dati del 2018 in rapporto a ore lavorate e monte indennità: "Deputati in aula solo 7 giorni al mese". L'attacco di Faraone (Pd): "Ma il M5s è il primo gruppo all'Ars"

PALERMO – Mille euro al minuto, tanto sarebbero costate le sedute parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana, che l’anno scorso si è riunito 7,52 giorni al mese, pari a una media di 20 ore, a fronte di una spesa per le casse pubbliche, per indennità e stipendi, di 15 milioni di euro: pari “a un mese e mezzo di un lavoratore full-time”. In totale i deputati sono stati in aula 87 giorni nell’arco dell’ intero anno approvando in totale 21 leggi su 394 disegni di legge depositati ma mai arrivati a sala d’Ercole.
Con una performance negativa nel mese di maggio: appena 4 ore e 34 minuti di lavori in aula. Numeri sconfortanti per il Parlamento più antico d’Europa, un tempo dimora di Federico II e ora, stando a un dossier del M5s, degli “sfaticati” deputati regionali. Stefano Zito, deputato M5s e componente del Consiglio di presidenza dell’Ars, in due mesi ha elaborato una quantità enorme di dati, finiti in un report da cui emerge, ancora una volta, una fotografia disarmante dell’Assemblea, nonostante gli sforzi compiuti in questa e nella passata legislatura per scrollarsi di dosso la nomea di Palazzo degli sprechi. E per sottolineare i numeri già di per sé impietosi il M5s guarda oltreoceano, evidenziando che il Parlamento è costato addirittura di più della Casa Bianca ai tempi di Obama: 137 mln contro i 136 milioni di euro della dimora del presidente degli Stati Uniti d’America. Un raffronto che ha mandato su tutte le furie il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che sarebbe pronto a chiedere ai tre componenti M5s del Consiglio di presidenza di dimettersi.
“In un Cda chi rema contro o contesta si dimette”, riflette Miccichè, adirato pure per la mole di informazioni divulgate dai penstastellati sull’attività e le assenze dei singoli parlamentari. Per il M5s “la responsabilità” per i numeri disarmanti “è tanto del presidente dell’Ars Miccichè quanto del governatore Nello Musumeci”. “Il governo non esercita il suo potere di iniziativa – sostiene il capogruppo M5s Francesco Cappello – così determina l’inconcludenza dell’Ars”. Secondo Stefano Zito “a parte gli atti dovuti e quindi i documenti finanziari, non c’è stata una riforma, un testo normativo che sapesse risolvere un problema dei siciliani”.
Quindi l’affondo: “Se scomputiamo dalle leggi approvate l’anno scorso i documenti finanziari – aggiunge Zito – rimane poca cosa mentre nel primo anno del governo Crocetta c’erano più testi normativi di riforma e meno atti dovuti, di bilancio”. E proprio mentre il dibattito sull’Autonomia spacca il Paese, il M5s attacca: “Abbiamo un’arma straordinaria che è lo Statuto, ma non lo utilizziamo per la principale attività che questo ci consente di fare: legiferare”.
Nel silenzio dei diretti interessati, l’unica voce critica è quella del segretario siciliano del Pd, Davide Faraone: “Dopo la disfatta in Sardegna, in Sicilia i ‘Cancelleri boys’ corrono ai ripari e parlano dell’Ars e della pacchia degli onorevoli: bene, sapete qual è la cosa comica? Che il M5S è il primo gruppo all’Ars con 20 deputati su 70, quasi un terzo, e quindi, di quei 1000 euro al minuto, circa 300 spettano a loro”.

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