Il titolo di Libero scatena l’ira dei terroni

Il quotidiano rileva che 3 delle 4 più alte cariche istituzionali sono rivestite da meridionali. Il sindaco di Palermo: "Vergognoso". Di Maio attacca i fondi ai giornali: "In tre anni arriveranno a zero"

PALERMO – Con un post pubblicato sui social network, Leoluca Orlando attacca, definendolo “vergognoso”, il titolo del quotidiano “Libero” che oggi apre in prima pagina con la scritta “Comandano i terroni” riferita al fatto che 3 delle 4 più alte cariche istituzionali del Paese sono rivestite da cittadini meridionali.
Orlando, che con un’immagine richiama e sottolinea la vicinanza di vedute fra il quotidiano “Libero” e il leader della Lega Matteo Salvini, nel post afferma “si preparano già a scaricare sul meridione le colpe dei fallimenti del governo giallo-verde”. Orlando chiude il proprio post con una espressione dialettale: “Ha da passa’ a nuttata!”.
Le critiche sono arrivate da più parti, ovviamente dal vice premier Luigi Di Maio: “Libero, giornale finanziato con soldi pubblici, anche quelli dei terroni. Ecco la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi! Tranquilli abbiamo già iniziato a togliergliene da quest’anno e nel giro di 3 anni arriveranno a zero”. Di Maio conclude il suo tweet con un post scriptum interrogativo: “L’Odg rimarrà di nuovo in silenzio?”.
E la risposta dell’Odg non tarda ad arrivare: “Due modi diversi di voler male al giornalismo e di essere irrispettosi dei cittadini che hanno il diritto di essere correttamente informati – dichiara in una nota il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna -. Per il titolo strillato del quotidiano Libero ‘Comandano i terroni’ e i relativi contenuti, è stata già predisposta la segnalazione al consiglio territoriale di disciplina. Recentemente il Tribunale di Milano ha confermato, su uno dei tanti brutti titoli di Libero che costituiscono un caso, una sanzione emessa dall’Ordine dei Giornalisti. Ma è altrettanto inaccettabile il post di Luigi Di Maio che, strumentalizzando la vicenda, torna a compiacersi per i tagli al sostegno all’editoria”.
“Attendiamo che il premier Conte e il sottosegretario Crimi – aggiunge Verna – attivino quel tavolo di ragionamento critico sui tagli all’editoria promesso in diretta dal presidente del Consiglio durante la conferenza di fine anno. Imputare le colpe del quotidiano Libero a tutta la stampa libera è purtroppo perfettamente in linea con gli insulti generalizzati per i quali Di Maio è a sua volta atteso da un consiglio di disciplina”.

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