Micciché e la Lega: “Candiani chi è?”

Il presidente dell'Ars alla stampa parlamentare: "Il partito di Salvini non mi piace, se ha ha un euro da spendere non lo fa certo in Sicilia"

PALERMO – “Non mi piace la Lega, non sarei sincero se non lo dicessi e se il mio partito, a livello nazionale, punta all’alleanza con la Lega, io non punto a questa alleanza”. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, coordinatore in Sicilia di Forza Italia, parla della Lega di Matteo Salvini durante il tradizionale scambio di auguri con la stampa parlamentare.
“Penso che i miei colleghi di tutto il Sud dovrebbero ragionare alla stessa maniera – ha continuato – perché non credo che la Lega possa portare benefici per questa terra. Se la Lega ha un euro da spendere non lo fa certo in Sicilia. Punta a quella fascia sociale che è quella degli imprenditori e non della Sicilia. Niente accordi, a meno che non torni la Lega di prima – ha sottolineato Miccichè – quella mi piaceva, perché ti lasciava fare”.
Micciché approfitta dell’occasione e delle presenza dei giornalisti per replicare a distanza al commissario della Lega in Sicilia, Stefano Candiani il quale nei giorni scorsi aveva detto: “La Lega è l’unica vera alternativa oggi a questa politica marcia e opportunista”.
“Il senatore Candiani mi attacca e dice i siciliani sono stanchi delle mie sceneggiate e delle polemiche strumentali’? Posso essere sincero? Non so neppure chi sia questo signore. Io vado avanti per la mia strada – ha sottolineato Miccichè – Se la politica marcia è avere inaugurato l’autostrada Palermo-Messina, o avere portato l’acqua a Palermo, o ancora aprire la funivia a Trapani, allora sono contento di avere fatto politica marcia. Se è politica marcia avere fatto risparmiare 4 milioni di euro ai siciliani e i risparmi aumenteranno ulteriormente, allora mi piacerebbe vivere nel marcio. Non so cosa hanno fatto questi signori per la Sicilia. Non si può dare una risposta a chi dice ‘sei cornuto’. Fanno le offese tanto per farle, ma di concreto non c’è niente”, ha concluso.
Tra i passaggi del suo lungo intervento Micciché non risparmia nemmeno le maggioranze variabili all’Ars. “La maggioranza non c’è. Ma pongo una questione: si può fare una legge elettorale che preveda la vittoria di una coalizione senza maggioranza con i meccanismi parlamentari che prevedono il numero legale? Se l’opposizione volesse potremmo chiudere l’assemblea. Bisogna cambiare questa legge e dare un premio di maggioranza a chi vince, in modo da governare. Il vero problema è questo, non è far passare una legge”.
“Dal punto di vista parlamentare – ha aggiunto – è stato un anno difficile, ma sono contento, c’è chi sta lavorando per renderlo più difficile, ma io sto lavorando per renderlo meno difficile. Dobbiamo dare una mano al Governo e lo dico perché faccio parte della maggioranza”.

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