Bianco insiste: “Malamministrazione non era mia”

L'ex sindaco di Catania: "Qualcuno ha dilapidato i brillanti risultati degli anni 90"

CATANIA – “Con il dissesto è stata scritta una pagina delle pagine più tristi nella storia della città. L’opposizione ha lavorato e lavorerà affinché Catania possa risorgere. Io stesso continuerò a operare per questo obiettivo, a Roma, a Bruxelles, a Catania, in tutti i ruoli istituzionali e politici”. L’ex sindaco del capoluogo etneo Enzo Bianco insiste: la responsabilità del default non è sua.
“Di certo andranno in ogni modo e in ogni sede accertate le colpe, storiche e non solo. Noi lo pretendiamo e tutta la città lo merita. D’altronde, come autorevolmente affermato anche ieri dall’amministrazione comunale, il dissesto è l’ultimo passo del predissesto avviato sei anni fa, dopo che furono dilapidati i brillanti risultati degli anni 90. Un esito a cui noi ci siamo opposti in tutti i modi negli ultimi cinque anni ma che sicuramente scontava una situazione di partenza di malamministrazione, di debiti visibili e nascosti, che oggi la Corte dei conti ha ritenuto impossibili da ripianare”.
“Non posso non avere – aggiunge – una grande amarezza pensando allo splendore che Catania mostrò a tutta Italia e non solo, sulla soglia del nuovo millennio, con la ‘Primavera’: quella della vivacità imprenditoriale e culturale, con la nascita dei caffè concerto piuttosto che dell’Etna Valley. E a come inopinatamente, negli anni successivi, quello sviluppo e quella credibilità siano stati sciupati”.
“Occorre adesso – conclude Bianco – avere fiducia, anche ripercorrendo gli eventi del passato. Il percosso virtuoso che avevamo ideato e realizzato prima del 2000, infatti, nasceva subito dopo un periodo nero con gli oltre 100 omicidi di mafia l’anno e il tracollo dei cavalieri del lavoro e delle loro aziende, con migliaia di famiglie ridotte sul lastrico. Catania si è rialzata allora e si rialzerà oggi”.

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