Seconde squadre, Gravina frena

Il presidente della Lega Pro: "Ho chiesto di posticipare la riforma al 2019-2020. Entro lunedì spiegheremo il bando e i paletti richiesti. Penalizzazioni? Troppe, non me lo aspettavo"

ROMA – La Federcalcio va avanti sul progetto seconde squadre, a ore la definizione del progetto, ma in forma diversa da quella annunciata dal vicecommissario Costacurta (il cui progetto raccontato ieri a una rivista risaliva a una ventina di giorni fa).
Nuovi particolari sono stati resi noti dal presidente della Legapro, Gabriele Gravina, che ha annunciato per lunedì “un comunicato in cui spiegheremo il bando e tutti i paletti richiesti”, ma c’è già chi, come il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, non gradisce l’idea di far giocare le seconde squadre in serie C, che ritiene “poco allenante e anche mortificante” per giovani da far crescere.
Gravina ha in parte scalzato il paletto che la LegaPro aveva posto di non cominciare prima del 2019/20 – “stiamo alla finestra”, ha detto – e anche quello sui numeri delle squadre ammesse, pur continuando a difendere i ripescaggi. “Era previsto un criterio secondo cui se dovesse accedere in serie C una sola squadra ‘satellite’ dovrebbe essere quella del club con il miglior piazzamento in campionato – ha spiegato Gravina – ma va rivisto perché sarebbe ingiusto tenere fuori club che hanno vivai importanti, come l’Atalanta che è il fiore all’occhiello dell’Italia, oppure la Fiorentina e la Roma”.
Sono infatti numerosi i club di A interessati, tra i quali lo stesso Napoli. “A me non sta bene una squadra in serie C – ha dichiarato de Laurentiis -. Una seconda squadra dove possono giocare pure gli esuberi della prima un conto è farla giocare in serie B, un altro in C. Lì si gioca a calci negli stinchi, si rischiano infortuni. Ne ho parlato a lungo in passato, però probabilmente alla fine decideranno per qualcosa che non accontenterà tutti”.

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