“A Lupo mancava la grinta”

Il patron del Palermo, Zamparini, spiega il cambio di ds: "Non ero in sintonia con il lavoro fatto a gennaio sul mercato. La scelta di Valoti è mia. Mi si dipinge come un cretino ma non lo sono"

PALERMO – “Prendere le decisioni è compito del presidente, del patron e di tutti per cercare di dare al Palermo la struttura più idonea per salire in Serie A, rinforzandola anche con qualche costo in più. La decisione è stata presa con dispiacere, ma devo dire che Valoti era stato contattato già a giugno prima di Lupo; poi per motivi familiari non si era presentato e aveva perso il treno”. Il proprietario del Palermo, Maurizio Zamparini, commenta l’arrivo del nuovo ds Aladino Valoti e la scelta di divorziare da Lupo.
“Sicuramente – ha proseguito – non ero in sintonia con il lavoro fatto a gennaio sul mercato e con la poca vicinanza del ds nei confronti della squadra. Ho preso questo ds perché spero dia un contributo ai giocatori e all’allenatore con una grinta maggiore di quella dimostrata da Fabio Lupo. E’ stato un signore, ma proprio per questo gli mancava quella grinta che in Serie B è necessaria per essere una squadra di combattenti”.
“Quello di Valoti – ha aggiunto – è un treno che io ho voluto riprendere. Non esistono fantomatici consulenti vicino a me che incidono sulle mie decisioni: mi si dipinge come un cretino, ma io non sono un cretino. Certamente mi informo sul mercato e prendo delle decisioni: io Valoti non lo conoscevo prima, ho chiamato il presidente dell’Albinoleffe che l’ha avuto per otto anni, il presidente del Sudtirol e mi hanno dato ottime informazioni e credenziali buonissime”.

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