Catania, Abramo dà buca a Bianco La rottura si consuma in Cattedrale

Luca Ciliberti. Il retroscena. Il sindaco avrebbe dovuto incontrare il presidente della comunità di Sant'Egidio l'1 febbraio per scongiurare la sua autocandidatura. Con lui indignados e curiosi. LE FOTO ALL'INTERNO

Abramo: "Vorrei essere un sindaco normale"

L’anomalia è subito lì, nella sala del grand hotel Excelsior che ospita l’assemblea convocata da Emiliano Abramo. In terza fila centrale la riccioluta first lady Amanda Succi che, a ogni parola pronunciata dal presidente della comunità di Sant’Egidio, stringe i denti, mugugna, sghignazza. Pare non sapesse nulla della sua autocandidatura alla poltrona di sindaco di Catania.
Fino a poche ore prima i due si erano visti e avevano parlato, tanti elogi per l’azione amministrativa di Bianco e molte critiche al neo assessore ai Servizi sociali Fortunato Parisi. Non è un mistero, infatti, che Abramo era considerato un uomo di fiducia dell’attuale primo cittadino Enzo Bianco, che a lui raramente ha detto no a ogni sua richiesta, anche a costo di causare qualche malumore in giunta, soprattutto al Welfare. Ma il punto di rottura sembra essere stata la gestione dell’occupazione della Cattedrale di Catania, da mesi invasa dai senzacasa. Il sindaco in questi giorni è volato a Bruxelles per impegni istituzionali. Fino a stamattina, secondo l’agenda della sua segreteria, alle 18.30 era in programma un colloquio privato proprio con Emiliano Abramo. Una negoziazione formale mai cominciata. Un impegno che da li a poco si sarebbe trasformato presto in un buco da occupare con altri incontri. In passato tra Bianco e Abramo c’erano stati vari avvicinamenti per formalizzare un ruolo istituzionale che non è mai arrivato. Di fondo, però, tra i due c’era un rapporto di fiducia personale reciproca che per il sindaco di Catania rappresentava una porta aperta nel mondo dell’accoglienza e del volontariato in città. La comunità di Sant’Egidio, di cui Abramo è presidente, dallo scorso dicembre è ospitata nell’ex monastero di Santa Chiara a Catania, nella stessa prestigiosa sede assegnata a Frontex. Per Bianco uno “straordinario” segnale di stima. Eppure stamattina Emiliano Abramo ha scelto di rompere gli indugi e di candidarsi alla poltrona di primo cittadino di Catania, proprio contro Enzo Bianco, con un suo movimento civico “E’ Catania”. Una candidatura benedetta dagli ambienti politici romani, primo fra tutti Andrea Riccardi, ex ministro del governo Monti e fondatore della comunità di Sant’Egidio. In città Abramo raccoglie consensi trasversali, con lui alcuni consiglieri comunali delusi dall’azione dell’amministrazione, ma anche una parte di società civile e del terzo settore (il professore Maurizio Caserta e il presidente di Confcoperative Gaetano Mancini) incuriositi da questa scelta di campo. Allungando lo sguardo in sala si scorge anche la sagoma corpulenta di Peppino Idonea, il consulente infedele del sindaco Bianco, colui che nel lasso di un paio d’anni si è trasformato da uomo di fiducia in traditore marchiato con la lettera scarlatta che cerca la rivincita. Poco più in là Pierangelo Spadaro, ex coordinatore provinciale di Demosì, sfilatosi dal movimento guidato da Cesare Damiano per abbracciare il nuovo progetto di Abramo con Giulio Ciccia, altro giovane proveniente dall’ambiente della sinistra etnea. E’ un mondo nel mondo, di una politica cittadina che incuriosisce, che fino ad oggi pesa poco, ma comincia rompere gli schemi e ad aprire al dibattito. Twitter: @LucaCiliberti Luca Ciliberti

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