Figuccia lascia la giunta Musumeci “La mia maggioranza è la gente”

L.Cil.  L'assessore all'Energia rimette l'incarico dopo il vespaio di polemiche suscitato dalle parole rivolte a Micciché sugli stipendi d'oro: "Lesa la dignità dei siciliani". Il presidente della Regione e i capigruppo lo avevano criticato: "Tacere e lavorare, profilo basso". Le reazioni

CATANIA – Il finale che non ti aspetti. Il primo scossone alla giunta Musumeci non tarda ad arrivare e, come era presumibile, è frutto della inconciliabile convivenza tra Vincenzo Figuccia e Gianfranco Miccichè, che già prima delle elezioni regionali aveva portato il primo a lasciare Forza Italia per candidarsi nell’Udc. Il rampante quarantenne contro il politico navigato e a volte eccessivo.
Vincenzo Figuccia eletto all’Ars e poi nominato assessore all’Energia e ai rifiuti nel governo di centrodestra guidato da Nello Musumeci,  commentando le dichiarazioni di Gianfranco Miccichè (eletto presidente dell’Assemblea siciliana e commissario di FI nell’Isola) favorevole allo sfondamento del tetto sulle retribuzioni dei burocrati dell’Ars fissato a 240 mila euro fino al 31 dicembre di quest’anno, ha detto che “è stato un errore eleggere Miccichè presidente”.
FIGUCCIA SI DIMETTE. Apriti cielo. Una dichiarazione che ha suscitato un vespaio di polemiche che, nel giro di 24 ore, ha portato il deputato ha meditare e a scegliere di lasciare l’incarico di assessore alla Regione. “Oggi più che mai sento di essere un uomo libero e da tale condizione continuo a portare avanti le mie idee, rimanendo fedele al mandato degli elettori che mi hanno votato per tutelare la posizione dei cittadini, di chi soffre, di chi vive una condizione di difficoltà economica e di chi è lontano dai palazzi dorati – scrive lo stesso Figuccia in una nota diffusa alla stampa – La mia maggioranza è la gente che ha creduto in un’azione di cambiamento e di discontinuità”.
“Ci sono tante aspettative verso questo governo, che sono certo non verranno disattese, ma non posso non tenere conto degli accadimenti politici, consumatisi nelle ultime ventiquattro ore, che ledono la dignità dei cittadini siciliani, consegnano un’immagine inopportuna e distorta e che rendono impossibile la prosecuzione del mandato di Assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, conferitomi dal Presidente Musumeci” continua.
“Si tratta di una decisione maturata dopo profonda e attenta riflessione, ponderata su aspetti di carattere politico e supportata da valutazioni di natura tecnica e personale. Per queste ragioni ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni, rimanendo garante e anello di congiunzione fra i cittadini e i luoghi deputati a legiferare per il cambiamento – conclude – Continuerò a lavorare per le reali priorità di questa terra, in linea con i percorsi concreti che il Presidente Musumeci sono certo sarà capace di creare con il conforto, il sostegno e la condivisione dei siciliani che meritano di sognare e, soprattutto, di avere un futuro migliore”. La sensazione, però, è che sia stato determinate il peso della delega assegnata a far meditare il passo indietro a Figuccia.
L’ATTACCO DI ROMANO. Subito contestato dal suo partito e poi da esponenti di Forza Italia come il senatore Francesco Scoma, oggi Figuccia era finito anche nel mirino del deputato nazionale Saverio Romano, vicepresidente della neo formazione Noi con l’Italia, che ha definito “ingenerosi e strumentali gli attacchi a Miccichè che può contare sul nostro sostegno”.
“Mi chiedo quale sia il vero motivo di questo attacco politico senza un reale contenuto – osserva Romano – a pochi giorni dalla sua elezione e a quali logiche risponda il tentativo di incendiare l’inizio della legislatura. So solo che serve compattezza, buon senso e lealtà politica se si vogliono raggiungere i traguardi e gli obiettivi di cui la Sicilia ha bisogno. Non lavoriamo per il re di Prussia ma per il bene dell’Isola e per il suo riscatto sociale ed economico”.
RIMBROTTO DEI CAPIGRUPPO. Un’altra strigliata a Figuccia è arrivata dai capigruppo di maggioranza Alessandro Aricò (Diventerà bellissima), Antonio Catalfamo (Fratelli d’Italia), Margherita La Rocca Ruvolo (Udc), Giuseppe Milazzo (Forza Italia), Carmelo Pullara (Popolari e autonomisti).  Vorremmo consigliare all’assessore Figuccia di impegnare le sue energie in modo prevalente se non esclusivo all’attività amministrativa di governo, nei settori delicati che gli sono stati affidati, evitando di alimentare polemiche strumentali su argomenti che non sono all’ordine del giorno dell’Assemblea regionale siciliana”.
“Il tema relativo alla scadenza della vigente delibera del Consiglio di presidenza dell’8 ottobre 2014, concernente i tetti retributivi del personale amministrativo dell’Ars, sarà affrontato a tempo dovuto, con la doverosa sensibilità, dallo stesso consiglio di Presidenza”, concludono i capigruppo.
LAVORARE E TACERE. Severo con l’assessore Figuccia, seppur senza fare mai il suo nome, è stato anche il presidente della Regione Nello Musumeci che, nell’incontro organizzato a Catania per lo scambio degli auguri con la stampa, ha detto senza mezzi termini: ”Lavorare e tacere dico alla mia squadra di assessori. C’è un clima di grande attesa per le incompiute e per l’inconsistenza di buona parte del fatturato governativo della precedente coalizione e in un momento così drammatico c’è la necessità di aggrapparsi alla speranza”.
”Per la Regione Siciliana – ha aggunto – è un fine anno denso di attese, di aspettative. Un profilo basso, niente interviste settimanali, niente grandi propositi per non alimentare attese che poi potrebbero tradursi in cocenti delusioni. Ci sarà tempo anche per questo”.
”Io desidero accostarmi a questo mondo – ha concluso – con grande rispetto non perché io sia pubblicista da 40 anni, ma perché ritengo fondamentale il ruolo dei giornalisti”.
“Dobbiamo dimostrare di essere discontinui con il passato e mantenere un alto profilo istituzionale. Come avete notato, il Presidente non ha partecipato alle trattative per gli equilibri d’Aula legati all’elezione dell’ufficio di presidenza, mentre in passato il presidente era anche il capo della coalizione – ha sottolineato – Io per primo dico che i partiti devono stare un passo indietro, tornare alla loro funzione: quella di essere cerniera tra la piazza e il Palazzo. L’invadente presenza dei partiti ha, infatti, caratterizzato gli ultimi 30 anni della storia politica e non solo siciliana”.
”Noi riteniamo che le istituzioni debbano essere libere dalla pressione dei partiti – ha concluso – perché troppo spesso gli stessi partiti hanno improntato la loro azione sull’egoismo e non sui bisogni reali della gente”. La mattinata si è conclusa con un brindisi augurale nella sede di rappresentanza della Regione siciliana a Catania. Ma probabilmente lo stesso presidente Musumeci sapeva che stava per arrivare il primo piccolo terremoto nella sua giunta.
LE REAZIONI. La notizia delle dimissioni dell’assessore regionale Vincenzo Figuccia è stata commentata da molti esponenti Pd. “Neppure il tempo di iniziare ed il Governo di destra perde pezzi. La loro approssimazione ed incapacità politica ci impone sin da subito una forte azione di opposizione per evidenziare la nostra proposta alternativa a questo governo”, dice Giuseppe Bruno, presidente del PD Sicilia.
“È impossibile nascondere l’evidenza: la maggioranza appena eletta, è già in crisi. Il governo Musumeci scricchiola, le dimissioni dell’assessore Figuccia aprono la prima crisi ad appena pochi giorni dall’insediamento della nuova giunta”, commenta Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars.
Rincara la dose Antonello Cracolici, parlamentare regionale del PD. “Complimenti a Musumeci, davvero un bell’inizio! Il suo governo non è stato capace di completare neppure la luna di miele. Neanche nelle previsioni più azzardate avrei immaginato che in appena due settimane il governo perdesse un pezzo in un settore strategico e fondamentale per la Sicilia”.
“Alla luce di quello che è avvenuto aumenta il rammarico per ciò che è successo nel PD: se tutti i deputati avessero tenuto la ‘barra dritta’ – conclude Cracolici – oggi avremmo reso ancora più evidente la crisi di questa maggioranza, una crisi che si era manifestata già nel corso delle votazioni per l’elezione di Miccichè all’Ars”.
Mentre getta acqua sul fuoco Alessandro Aricò, presidente del gruppo parlamentare Diventerà Bellissima e neo componente della Commissione Bilancio dell’Ars. “Certo, sentire il collega Cracolici che parla del Governo Musumeci dopo il disastro Crocetta targato PD è proprio fuori da ogni logica politica. I nostri alleati sono la maggioranza dei siciliani che, siamo certi, condivideranno l’azione politica e amministrativa del governo Musumeci”, dice.
Per il gruppo M5s “Musumeci? Sempre più il Crocetta del centro-destra. Far rimpiangere il disastrato governo del suo predecessore sembrava una missione impossibile, ma lui è sulla buona strada. Il presidente della Regione ha messo su una maggioranza rissosa e un esecutivo di incompetenti. Quando Figuccia si è reso conto dove si trovava se l’è data a gambe levate”.
“Non ci voleva certo la palla di vetro – afferma la capogruppo cinquestelle, Valentina Zafarana – per prevedere una maggioranza rissosa, ma quanto accaduto supera anche le nostre peggiori aspettative. La fuga di Figuccia dal governo non è veloce, è da guinness dei primati”.
“Le prima battute di questo esecutivo – prosegue la Zafarana – sono veramente disastrose: prima la vergognosa uscita di Micciché sugli stipendi dell’Ars, ora la fuga del primo assessore, che va via sbattendo la porta. Per i siciliani si prevedono giorni terribili. Dopo 52 giorni dalle elezioni, sul piatto, per risolvere i problemi della Sicilia, non c’è nulla. Dov’è Musumeci, qui il vero presidente della Regione è Miccichè”.
“Sugli stipendi da favola dell’Ars – continua la Zafarana – sia chiaro che daremo grande battaglia. Chi vuole regalare buste da paga pesantissime, mentre fuori si fa la fame e il governo scopre un buco da 300 milioni che costringerà al blocco dei concorsi, dovrà metterci la faccia e dovrà assumersene tutte le responsabilità”.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti

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