Lupo e il patto traditori-traditi

Il deputato regionale eletto presidente del gruppo parlamentare Pd all'Ars da 6 votanti su 11: "Lavorerò per l'unità". Cracolici: "La spaccatura si fa più profonda"

 

PALERMO – Il deputato regionale Giuseppe Lupo, 51 anni, alla terza legislatura, è stato eletto presidente del gruppo parlamentare Pd all’Ars. Lupo è stato eletto con sei voti, su undici deputati presenti. Al voto non hanno partecipato 5 deputati regionali: Antonello Cracolici, Giuseppe Arancio, Giovanni Cafeo, Luisa Lantieri e Anthony Barbagallo. Alla riunione di gruppo hanno assistito anche il segretario regionale del Pd Fausto Raciti e il presidente dell’Assemblea regionale del partito Giuseppe Bruno.
“Lavorerò per l’unità del gruppo parlamentare e del Partito democratico all’Ars – dice Giuseppe Lupo – E’ questa la principale richiesta degli elettori del Pd, alla quale tutti abbiamo il dovere di dare risposta positiva sin dall’inizio di questa nuova e impegnativa legislatura”.
“Dopo la grave spaccatura sull’elezione del presidente dell’Ars, il gruppo Pd sceglie il capogruppo con 6 votanti su 11. La spaccatura si fa più profonda. Lupo, che qualche giorno fa aveva denunciato di tradimento i ‘franchi tiratori’, viene adesso votato da coloro che tutti gli indizi hanno evidenziato essere stati tali – scrive su Facebook il deputato regionale Pd, Antonello Cracolici -. Un patto tra ‘traditori’ e ‘traditi’ senza che alcuna spiegazione sia stata data. Adesso lo dico io: vergogna. Il Pd si appresta a vivere una fase difficilissima”.
“L’elezione del capogruppo Pd all’Ars, ottenuta con soli sei voti tutti di chiara origine, conferma che quanto accaduto sabato, con i quattro voti per Miccichè, non rappresenta un incidente di percorso ma rientra in una precisa strategia romana che vuole portare il Pd su più miti consigli all’Ars in prospettiva di possibili accordi dopo le politiche”, commenta Antonio Ferrante, vice coordinatore di Laburisti Pd Sicilia.
“Alla luce di quanto accaduto oggi si spiega la richiesta dell’on. Cardinale di mostrarsi a chi, da Roma, sta gestendo le vicende dell’Ars senza il minimo scrupolo nei confronti di tanti militanti ancora sconcertati da quanto accaduto sabato, richiesta altrimenti incomprensibile da parte del leader di un altro partito che ha già dimostrato di essere stampella del centrodestra”, aggiunge.
”Da parte nostra – conclude – posso garantire che continueremo la nostra battaglia affinché il Pd non perda la propria identità e i propri valori e in questo chiedo sin d’ora il sostegno di tutti coloro che, oltre ogni corrente e scelta congressuale, sente che a essere in pericolo oggi è il Pd come partito fermamente contrapposto al peggiore centrodestra, non permetteremo che il nostro orgoglio venga sacrificato per garantire logiche di potere romane,sempre in attesa che Matteo Renzi batta un colpo”.

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