Sanità, 300 specializzandi vincono in appello

I medici vincitori dal 1991-92 fino al 2005-06 non avevano percepito le remunerazioni. Il Codacons: "Ora lo Stato dovrà versare milioni ai professionisti ingiustamente discriminati"

CATANIA – Nuova vittoria per i medici specializzati rappresentati dal Codacons, che erano stati ammessi ai corsi di specializzazione dal 1991-92 fino al 2005-06 ma non avevano percepito le remunerazioni loro spettanti in base alla legge. Con una clamorosa sentenza per la prima volta i giudici italiani riconoscono i diritti di quei medici che si sono specializzati dopo il 1991, con una decisione favorevole che apre ore le porte ad una valanga di ricorsi analoghi.
La Corte d’Appello di Roma (I sez. civile, Pres. Roberto Reali, Rel. Camillo Romandini) ha infatti accolto il ricorso promosso dall’associazione dei consumatori per conto di circa 300 camici bianchi che chiedevano il riconoscimento dei loro diritti economici sulla base delle normative comunitarie, condannando lo Stato italiano a riconoscere il loro favore le retribuzioni non corrisposte, da calcolare parametrandole agli stipendi percepiti dai medici assunti dal Servizio Sanitario Nazionale, oltre agli interessi di legge. Per la prima volta riconosciuti anche i diritti di chi si è specializzato dopo il 1991, e in tal senso la decisione della Corte rappresenta una novità assoluta.
La vicenda, come noto, interessa migliaia e migliaia di medici italiani, i quali hanno prestato attività durante il periodo di specializzazione senza ricevere alcuna remunerazione. Pratica questa bocciata dalle disposizioni comunitarie che, al contrario, hanno previsto una retribuzione anche per gli specializzandi.
Si legge nella sentenza della Corte d’Appello di Roma: “La Corte di Appello civ. di Roma I^ sez. condanna la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento, in favore degli appellanti … della somma pari alla rideterminazione triennale, come rideterminata all’1.1.1995, della borsa di studio di cui all’art. 6 comma 1 D. Lgs. 8.8.1991 n. 257, secondo il parametro del miglioramento stipendiale tabellare minimo previsto dalla contrattazione relativa al personale medico dipendente del Servizio Sanitario Nazionale, oltre agli interessi legali a decorrere dalla data di notifica dell’atto di citazione in primo grado”.
Francesco Tanasi, segretario nazionale Codacons, spiega “che ora si aprono le porte ai risarcimenti, e lo Stato Italiano dovrà pagare milioni di euro tra retribuzioni e interessi ai medici specializzati ingiustamente discriminati. Forti della decisione della Corte d’Appello, presenteremo nei prossimi giorni analoghe cause in tutta la Sicilia, per vedere finalmente riconosciuti i diritti dei camici bianchi. Tutti gli interessati possono ottenere info e assistenza inviando una mail all’indirizzo [email protected]”.

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