Di Matteo rimosso dal pool anti stragi: fatale un’intervista televisiva

L'antimafia scarica il pm palermitano, che però non avrebbe rivelato alcun segreto. Ingroia: "Decisione incomprensibile"

PALERMO – Fa discutere la rimozione del pm palermitano Nino Di Matteo dal pool della Procura nazionale antimafia che indaga sulle stragi mafiose. La decisione sarebbe stata presa a causa di un’intervista televisiva.
Di Matteo aveva parlato sabato scorso con Andrea Purgatori che su La7 conduce “Atlantide”. Il pool stragi da due mesi indaga sulle entità esterne nei delitti eccellenti di mafia. Il provvedimento è esecutivo da martedì scorso ed è anche stato comunicato al Csm. La rimozione sarebbe motivata dal fatto che l’intervista avrebbe fatto venir meno il ‘rapporto fiduciario’ con i colleghi della Dna e delle altre Procure competenti per le stragi. Anche se non sarebbe stato rivelato nulla che non fosse già pubblico e documentato.
Il coordinamento di Azione civile e il presidente del movimento Antonio Ingroia esprimono la loro “solidarietà e sostegno al pm. Stupisce e amareggia che un magistrato serio, esperto e coraggioso come il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, abbia preso un provvedimento del genere sottraendo a Di Matteo la possibilità di approfondire temi di indagine come quelli sulla trattativa Stato-mafia e gli altri misteri ancora irrisolti, spesso legati a quella scellerata trattativa. Occorre fare chiarezza, e ci auguriamo che il Csm contribuisca a diradare le nebbie”.

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