Mare Jonio riparte e querela Salvini

A bordo della nave che soccorre i migranti c'è anche un prete: "La Chiesa è qui"

Lampedusa: arrivati 20 migranti su un barchino

ROMA – La Mare Jonio è salpata da Marsala per la sua quarta missione. Nonostante la diffida della Guardia costiera ad “eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile ed organizzato” perchè non adeguatamente equipaggiata. E Mediterranea saving humans contrattacca presentando alla procura di Roma una denuncia-querela per la direttiva “ad navem” firmata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il titolare del Viminale, intanto, ha firmato oggi una nuova direttiva. Non per frenare le navi umanitarie questa volta, ma per invitare tutti i prefetti a monitorare con attenzione i centri islamici per contrastare la minaccia terroristica, “incarnata anche da singoli radicalizzati istigati dal messaggio propagandistico”.
“La nave è partita dal porto di Marsala, non ci hanno fermato. E’ un imperativo morale”, ha sottolineato Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea in una conferenza stampa alla Camera. L’armatore della Mare Jonio, Alessandro Metz, ha illustrato la denuncia: “la direttiva Salvini presuppone che avremmo commesso il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che supera 10 anni di pena e quindi la calunnia diventa aggravata. Salvini non scappi dal processo e vedremo se il suo atto è legittimo”. Esponenti dell’attuale governo, si legge nel documento inviato alla procura della Capitale, hanno screditato “azioni ed intenti” delle ong “con una campagna di pubblica denigrazione senza precedenti”.
A bordo della Mare Jonio c’è anche un prete, il 25enne don Mattia Ferrari di Modena. “Sono qui – ha raccontato ad Avvenire – per portare la vicinanza della Chiesa di Gesù a questi ragazzi che rischiano la loro stessa vita per salvare quella del prossimo, e ai migranti che casomai verranno salvati durante la missione”.
La nave si è diretta verso una zona, al largo della Libia, dove ieri pomeriggio un sos è stato lanciato da una barca alla deriva con 23 a bordo. Ma Alarm Phone, il servizio telefonico che assiste le navi in difficoltà, fa sapere che i 23 – a quanto riferito da un parente dei naufraghi – sono stati salvati da pescatori e riportati in Libia. Intanto, non si arrestano gli ‘sbarchi fantasma’. Una trentina di tunisini sono arrivati nella notte sulla spiaggia di Siculiana Marina (Agrigento). Le forze dell’ordine ne hanno intercetto e bloccato 25. E di rischio di infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori parla la direttiva di Salvini inviata oggi ai prefetti.
I recenti attentati nello Sri Lanka, si legge, “dimostrano come la tutela della sicurezza nazionale debba costantemente adeguarsi a nuovi profili di rischio”. particolare attenzione, invita il ministro, “va riservata a centri di aggregazione e delle associazioni culturali asseritamente ispirate alla fede musulmana, distribuite su tutto il territorio nazionale ma concentrate soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia e Toscana. Una presenza in aumento, contraddistinta da differenti ideologie di riferita matrice religiosa, in certi casi orientata a una strumentale interpretazione radicale e intransigente dell’Islam”. L’obiettivo è quello di intercettare “il bacino potenzialmente esteso ed insidioso dei ‘radicalizzati in casa’”

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