Fontanarossa, via libera a privatizzazione

Catania: l'assemblea dei soci Sac si indirizza sul "trade sale". Contrario il Codacons

CATANIA – L’assemblea dei soci Sac, la società che gestisce lo scalo internazionale di Fontanarossa, riunita con il Cda ha confermato l’intento di proseguire il processo di privatizzazione dell’aeroporto di Catania.
Un percorso più volte illustrato su grandi linee, ma che oggi fa un passo avanti, con la scelta della modalità di cessione delle quote da parte dei soci. Tra le varie possibilità esposte dall’ad Nico Torrisi è stata preferita quella del ‘trade sale’: la cessione di una quota di maggioranza a un partner privato selezionato con procedura a evidenza pubblica.
Ipotesi, questa, vista favorevolmente da tutti i soci, previe le opportune verifiche ai fini di un approfondimento legislativo. L’avvio verso la privatizzazione è stato ufficialmente dato.

“La privatizzazione degli scali aeroportuali – dicono il Codacons e l’Osservatorio indipendente sulla Camera di commercio del Sud Est Sicilia – deve avvenire nel rispetto dell’interesse generale e sempre che risponda a un concreto bisogno finanziario. Va infatti scongiurata l’eventuale svendita delle partecipazioni pubbliche, specie se non ricorrono particolari esigenze di bilancio. Andrebbero quindi escluse le privatizzazioni di aeroporti virtuosi non avendo alcun senso la modifica di assetti societari che stanno dimostrando di portare avanti gli obiettivi aziendali e di essere in continua crescita”.
Secondo le due organizzazioni “bisogna evitare di anteporre interessi speculativi che possono porsi in contrasto col riaffermato principio ‘a tutela del patrimonio pubblico e del valore delle quote societarie pubbliche’ cui le pubbliche amministrazioni, devono conformarsi. Indicazione, questa, impressa dalla legge di bilancio nel chiaro fine di prevenire l’eventuale indiscriminata alienazione di quote a partecipazione pubblica e che le norme regionali non dovrebbero mancare di recepire”.

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