Non solo chirurgia per i tumori gastroenterici

di Nuccio Sciacca - Allo Iom di Viagrande il punto su tecniche operatorie e farmaci biologici

Si è svolto presso l’Istituto Oncologico del Mediterraneo (Iom) di Viagrande, per il secondo anno consecutivo, un importante convegno sui tumori dell’apparato gastroenterico, organizzato da Dario Giuffrida, direttore oncologia medica Iom e Giorgio Giannone, direttore chirurgia oncologica Iom (nella foto).
Durante l’evento si è discusso con professionisti di rilevanza nazionale sullo stato dell’arte e sulle novità terapeutiche delle neoplasie dello stomaco, del colon, del retto, del pancreas e dei tumori neuroendocrini.
Negli ultimi anni, numerose novità terapeutiche sono state presentate relativamente a tecniche chirurgiche, radioterapiche, terapie biologiche, immunologiche, nuovi farmaci chemioterapici.
Nel corso del convegno sono stati presentati i dati più aggiornati sui progressi della ricerca scientifica e l’applicazione degli stessi nella reale pratica clinica; sono stati valutati i risultati degli studi sulle nuove terapie sia in termini di efficacia, che di tossicità per i farmaci e la gestione di eventuali effetti collaterali.
“Negli ultimi venti anni la terapia del carcinoma del colon – afferma Giuffrida – si è focalizzata sui farmaci a bersaglio molecolare portando la sopravvivenza nei pazienti metastatici da 6 mesi a 3 anni con più linee di terapia. Il loro meccanismo di azione si basa sulla capacità di legarsi specificamente ai bersagli molecolari identificati nelle cellule tumorali”.
“Per questo motivo sono definite anche terapie ‘mirate’. Le terapie a bersaglio molecolare possono essere utilizzate soltanto se nelle cellule tumorali prelevate dal paziente si rileva la presenza di alcuni specifici ‘marcatori’ diagnostici, che indicano, a loro volta, la presenza, nel tumore, di uno o più bersagli molecolari. La valutazione del profilo molecolare nei pazienti con metastasi al colon è indispensabile per impostare la terapia e per valutare la possibilità di utilizzare farmaci a bersaglio molecolare specifici”.
“Inoltre ci sono dei protocolli sperimentali che stanno valutando la possibilità di utilizzare i farmaci immunoterapici per i tumori del colon e del pancreas. Per quanto riguarda i tumori neuroendocrini – continua Giuffrida – proprio dalla immunoterapia negli ultimi mesi si sono avuti i risultati più importanti con un farmaco, Avelumab, che in un particolare tipo di tumore neuroendocrino molto aggressivo ha dato ottime speranze. Iom ha partecipato alla sperimentazione clinica di expanded access di questo farmaco. Purtroppo in Sicilia è presente un solo centro prescrittore; sarebbe opportuno che ci fossero più centri specializzati sul territorio regionale in modo da poter facilitare l’utilizzo di questo nuovo farmaco per i pazienti”.
“L’obiettivo del trattamento radio-chemioterapico neoadiuvante – aggiungono Alfio Di Grazia, responsabile radioterapia Rem, e Lorenza Marino, radioterapista Rem – è quello di ottenere una riduzione della percentuale di recidive locali, riduzione del volume tumorale, aumento del tasso di resecabilità e maggiore percentuale di risposta patologica completa (pCR). Quest’ultima sembra essere incrementata dall’impiego di un sovradosaggio di radioterapia in associazione o meno a chemioterapia concomitante grazie alle nuove tecniche radioterapiche quali l’intensità modulata guidata dalle immagini (Imrt-Igrt). Tale tecnica, disponibile presso il nostro centro, consente di somministrare dosi totali e dosi per frazioni più elevate sulla malattia macroscopica, individuata tramite centraggio Pet-Tc senza incrementare il tempo di trattamento radiante”.
“Secondo il National Comprehensive Cancer Network americano – spiega Giannone – il migliore trattamento nasce dall’interdisciplinarità. Un Comprehensive cancer Center è un centro oncologico completo di tutte le specialità (chirurgia, oncologia medica, radioterapia, anatomia patologica, diagnostica per immagini…) che servono a curare i tumori, un centro in cui le varie specialità si integrano e lavorano insieme in modo interdisciplinare e multidisciplinare. Ad oggi possiamo dire che Iom è un modello di Comprehensive cancer Center, in piccolo, ma segue la stessa modalità di funzionamento”.
“Presso Iom infatti sono attivi dei programmi agevolati per la diagnosi e cura dei tumori dello stomaco e del retto nati dalla consapevolezza che l’approccio multidisciplinare rappresenta oggi un cardine imprescindibile nel percorso di cura dei pazienti affetti da tumori maligni. Grazie a tali percorsi agevolati è possibile permettere ai pazienti di effettuare in un unico centro una rapida e valida diagnosi, stadiazione e trattamento della malattia”.
“Dalla presa in carico del paziente – concludono Marzia Mare, oncologo medico e Andrea Failla, chirurgo – all’inizio del trattamento passano 15 giorni duranti i quali il paziente viene sottoposto a esami strumentali (endoscopia, rettoscopia, gastroscopia, tac, pet…) e consulenze specifiche (oncologica, nutrizionista, geriatrica se necessario). Le figure coinvolte nella gestione di tale percorso sono: endoscopista, ecoendoscopia, chirurgo, anatomo patologo, radiologo, oncologo medico, radioterapista, medico nucleare, nutrizionista, geriatra, psicologo, palliativista / simultaneous care. Tutti i casi clinici dei pazienti con diagnosi di neoplasia del tratto esofago-gastrico vengono discussi nel contesto di un meeting multidisciplinare, che viene effettuato a cadenza settimanale presso il nostro istituto”.

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