Il procuratore: “Così Catania non si salverà”

Zuccaro e l'operazione 'Pupi di pezza': "Questa città non potrà mai ripartire finché saranno i vertici della società a eludere la legge"

CATANIA – “Uno sviluppo economico e un ritorno alla legalità in questa città devono passare necessariamente da una riconversione etica di quelle che sono le persone che hanno posizioni nella società tra le più importanti. Spetta a loro cercare di modificare i comportamenti illeciti”. L'”invito” è del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che ha incontrato i giornalisti per parlare dell’operazione ‘Pupi di pezza’, nella quale è coinvolto Antonio Pogliese, padre del sindaco etneo.
“E’ evidente – ha aggiunto – che se non c’è questa riconversione, uno sviluppo di Catania non potrà mai ripartire nel mondo in cui tutti noi auspichiamo”. Zuccaro ha inoltre espresso il suo “disappunto” perché “da parte di uno degli studi più importanti di Catania – ha detto – si è posta in essere una attività sistematica volta a favorire delle società che nel mercato agivano in maniera predatoria e truffaldina, non corrispondendo all’erario ciò che era dovuto”.
“Noi siamo ben lieti – ha detto Zuccaro – che loro adesso considerino la Procura di Catania come un rischio professionale per quello che devono svolgere. Parlano di ‘Procura’ ma è il sistema giudiziario che sta rispondendo grazie ai giudici, ai pm e agli investigatori”. Zuccaro si riferisce alle intercettazioni dei dialoghi di Antonio Pogliese, che parla al telefono con uno dei suoi associati, Michele Catania. “Chi gestisce in maniera illecita determinate attività – ha concluso il procuratore – ha oggi ragione di temere che l’autorità giudiziaria e gli investigatori non lascino impunite quelle che sono attività di una gravita immensa per il danno sociale che arrecano”.

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