Fiume Oreto 2° tra i ‘luoghi del cuore’

Censimento Fai: oltre 83.000 voti per il corso d'acqua di Palermo

PALERMO – Il fiume Oreto, a Palermo, si piazza al secondo posto tra i “Luoghi del cuore”, il censimento promosso dal Fai (fondo ambiente italiano) in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che chiude la nona edizione con 2.227.847 voti, oltre 37.200 luoghi oggetto di segnalazione, 6.412 comuni coinvolti, l’80,6% di quelli italiani.
Quello che ne emerge è una preziosa mappatura spontanea di luoghi tanto diversi tra loro quanto amati, fatta di paesaggi e di palazzi storici, di chiese e di fiumi, di castelli e di borghi, di ville e di botteghe storiche, di giardini e di sentieri, che rende “visibile” il sentimento profondo che lega le persone ai territori dove vivono o dove hanno vissuto esperienze importanti della loro vita.
Puglia, Toscana, Sicilia e Lombardia sono state le regioni con il maggior numero di voti, i votanti – di età media 50 anni – sono stati al 59,5% donne e al 40,5 % uomini mentre la tipologia dei luoghi più votati è quella delle chiese, seguita da aree naturali, aree urbane/piazze e coste/aree marine/spiagge.
Al primo posto della classifica 2018, con il record assoluto di 114.670 voti, c’è il Monte Pisano situato nel territorio dei Comuni di Calci e Vicopisano (Pi), colpito il 24 settembre scorso da un disastroso incendio. Al secondo posto con 83.138 voti il fiume Oreto, corso d’acqua a carattere torrentizio la cui sorgente si trova nella Conca d’Oro, che per parte della sua lunghezza si estende su un sito di interesse comunitario di grande valore naturalistico.
“Purtroppo il fiume, che sfocia nel Mar Tirreno dopo aver attraversato la città, risulta particolarmente inquinato per la presenza di numerosi scarichi fognari abusivi e perché viene spesso utilizzato come discarica a cielo aperto – si legge nella nota del Fai -. Da vent’anni si parla dell’istituzione di un parco, mai concretizzata. Il ‘Comitato Salviamo l’Oreto’ vuole quindi attirare l’attenzione sullo stato di degrado del fiume e ne chiede la rivalutazione come bene paesaggistico e culturale. Un primo risultato è già arrivato: dopo decenni di oblio, si sta infatti lavorando alla costituzione di un ‘contratto di fiume’ con azioni condivise da tutti gli stakeholder”.

scroll to top