“In aumento reati contro le donne”

Inaugurazione dell'anno giudiziario a Catania. Meliadò: "Il dato confortante è che denunciano". Numerosi i processi per mafia: "Cosa nostra infiltrata nell'economia della città". VIDEO

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CATANIA – “Si conferma l’allarmante e costante sopravvenienza dei reati contro la persona e, in particolare, nei confronti delle donne: 2.498 procedimenti nell’anno decorso a fronte di 1.898 iscrizioni nel periodo precedente”. Il dato agghiacciante arriva dal presidente della Corte d’Appello di Catania Giuseppe Meliadò nel discorso inaugurale dell’Anno giudiziario.
“Tali dati, tuttavia, confermano – aggiunge – la maggiore consapevolezza maturata dalle vittime circa la necessità della denuncia al fine di interrompere il circuito della violenza domestica e, al tempo stesso, l’efficacia della risposta giudiziaria rispetto alla richiesta di tutela, con l’adozione in tempi ristretti delle misure cautelari necessarie (ben 530 nel periodo) e l’inserimento della vittima nella rete istituzionale di sostegno e di tutela”.
MAFIA INFILTRATA NELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE. “Dalle relazioni degli uffici inquirenti di primo grado emerge come rilevante rimanga il numero dei procedimenti che riguardano fatti di criminalità organizzata”, prosegue Meliadò. “In particolare – aggiunge – le indagini svolte hanno dimostrato come le organizzazioni mafiose continuano a reinvestire i cospicui profitti derivanti dai traffici criminali e in particolare dal traffico della droga, in attività economiche apparentemente lecite ma esercitate con il metodo mafioso, realizzando così un’infiltrazione nel settore economico che finisce per depotenziare ed escludere dal mercato l’iniziativa imprenditoriale sana”.
“Sotto il profilo operativo – osserva Meliadò – si conferma la tendenza da parte dei gruppi mafiosi a evitare aperte contrapposizioni reciproche e a mantenere quella condotta di ‘inabissamento’ già riscontrata negli anni trascorsi, ritenuta funzionale a evitare situazioni di allarme sociale che potrebbero aumentare il livello di attenzione delle istituzioni e delle forze dell’ordine”.
“In particolare, Cosa nostra – sottolinea Meliadò – non appare perseguire il monopolio delle attività criminali di più modesto profilo (rapine, piccole estorsioni, spaccio di modeste dimensioni) quanto gli obiettivi economicamente più redditizi derivanti dal controllo (tra le altre) delle attività commerciali inerenti alle costruzioni, al trasporto (specie su gomma), alla gestione delle sale scommesse e delle scommesse clandestine, ai rifiuti e naturalmente al traffico di stupefacenti su larga scala”.
“Permane il tradizionale interesse mafioso – rileva Meliadò – per le attività di estorsione e di usura, strumento per affermare il controllo sul territorio e per ottenere risorse da destinare al mantenimento in carcere dei congiunti; sono altresì emersi significativi interessi e infiltrazioni nel settore delle scommesse on-line, settore gestito anche tramite piattaforme illegali operanti su internet, nonché nel settore della distribuzione e importazione di prodotti petroliferi con modalità fraudolente volte a eludere l’imposizione fiscale”.
MIGRANTI E CRIMINALITA’. “Prosegue con efficienza, competenza e capacità di innovazione organizzativa, l’attività della Procura di Catania, la quale ha inciso su fenomeni globali, quali le nuove strategie della criminalità organizzata, la corruzione e la tratta degli esseri umani, conseguendo risultati capillari e diffusi, che si segnalano per la capacità di intercettare non solo singoli episodi delittuosi, ma strategie criminali che operano con carattere di sistematicità e progettualità”.
“La collaborazione instaurata con le associazioni internazionali – ha aggiunto Meliadò – e i soggetti istituzionali (anche stranieri) coinvolti nel fenomeno degli sbarchi ha consentito, in particolare, nell’anno decorso di iscrivere sul registro noti per il reato di tratta ben 25 procedimenti, gettando luce su un cono d’ombra particolarmente inquietante per le prospettive stesse di protezione umanitaria, fortemente attenzionate nel distretto, per come dimostra l’intensa ed encomiabile attività di collaborazione interistituzionale promossa dal Tribunale per i minorenni in favore dei migranti minorenni soli e delle migranti di sesso femminile, provenienti dalla Nigeria e vittime di tratta e di sfruttamento della prostituzione, con esiti assolutamente positivi riguardo ai percorsi di integrazione e di tutela”.
REATI CONTRO PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. “Costante è il flusso dei reati contro la pubblica amministrazione. Al riguardo la Procura distrettuale ha evidenziato la fondamentale importanza del coordinamento delle forze di polizia delegate alle indagini, al fine di ottimizzare i risultati investigativi e privilegiare il disvelamento di sistemi illegali seriali (tipici della corruzione) rispetto alla repressione episodica di singoli fatti criminosi”.
“Analoga attività di coordinamento (fra gli uffici requirenti, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza) è stata promossa – prosegue Meliadò – riguardo ai reati finanziari e fallimentari. Tali protocolli sono finalizzati all’emersione e al tempestivo monitoraggio delle situazioni di insolvenza, nella consapevolezza che le condotte preordinate di insolvenza sono spesso indici sintomatici della presenza nelle imprese della criminalità organizzata oltre che, naturalmente, manifestazione delle condotte di bancarotta”.

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