Palermo: preso il nipote del “Papa”. Arrestato anche il figlio di Lo Piccolo

Parlano due pentiti, così salta il piano di Cosa nostra per ricostruire la nuova Cupola. Tutti i nomi.

VIDEO: "... gli hai detto come ti chiami?"

 

PALERMO – La Dda di Palermo ha emesso un decreto di fermo nei confronti di sette persone accusate di far parte della ricostituita Commissione di Cosa nostra. Il progetto di ridare vita la Cupola era stato scoperto a dicembre e aveva portato al fermo di 47 tra boss e gregari. Tra i fermati di oggi ci sono Leandro Greco, nipote di Michele Greco ‘il papa’ di Cosa nostra, e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss ergastolano Salvatore Lo Piccolo.
L’inchiesta, coordinata dal capo della Dda di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia e Amelia Luise, ha consentito di confermare la ricostituzione della Cupola e di individuare, oltre a quelle già scoperte nell’inchiesta di dicembre, altre due figure di vertice: si tratta appunto di Leandro Greco, nipote dello storico capomafia di Ciaculli, Michele Greco, e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss di San Lorenzo Salvatore Lo Piccolo.
Entrambi partecipavano alle riunioni della rinata Commissione provinciale. Fermato anche Giovanni Sirchia, affiliato alla famiglia mafiosa di Passo di Rigano, e accusato di aver partecipato alla ricostituzione dell’organo direttivo di Cosa nostra occupandosi della consegna ai boss delle convocazioni per i summit e di aver accompagnato alcuni padrini alle riunioni. In cella anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola ai quali è stato contestato il reato di associazione mafiosa e alcuni episodi di estorsioni commesse nel territorio del mandamento mafioso di San Lorenzo.

COSI’ E’ STATA SCOPERTA LA NUOVA CUPOLA. A mezzogiorno del 29 maggio scorso quattro boss palermitani, tutti all’epoca sotto indagine, fanno perdere le proprie tracce per qualche ora. Spariscono. E nessun aiuto agli investigatori, che da mesi li tengono sotto controllo, arriva dai cellulari che, evidentemente disattivati, non danno indicazioni sui loro spostamenti.
A fornire agli inquirenti in modo involontario la chiave del mistero è uno dei quattro, Francesco Colletti, il capomafia di Villabate ora pentito: qualche ora dopo in auto con un uomo d’onore racconterà la cronaca del summit tra i padrini palermitani appena concluso. E’ questa la svolta dell’inchiesta dei magistrati di Palermo sulla Nuova Cupola che a dicembre ha portato in cella 47 persone e oggi, con i fermi di altri sette mafiosi, ha aggiunto un nuovo tassello all’indagine.
In quella riunione, il cui luogo è tuttora misterioso, i capimafia hanno riportato in vita la commissione provinciale di Cosa nostra e designato il nuovo capo dei capi: Settimo Mineo, 80 anni, professione ufficiale gioielliere, imputato al maxiprocesso. Le parole intercettate di Colletti per i carabinieri e i pm della Dda di Palermo sono state la conferma di un sospetto di mesi: i boss rivolevano la Cupola.
Stretta da anni di strapotere corleonese, tenuta in sonno durante la detenzione di Riina, l’unico capo indiscusso di Cosa nostra, ora torna a funzionare. Perché con la morte del padrino c’è bisogno delle antiche certezze e di un organismo che decida “le cose gravi”. Colletti finisce in carcere e poco dopo comincia a parlare. La stessa scelta di rottura la fa un altro fermato, Filippo Bisconti, reggente del mandamento mafioso di Misilmeri. Entrambi confermano i ruoli dei boss individuati dagli inquirenti e aggiungono due nomi, quello di Leandro Greco, nipote del Papa di Cosa nostra Michele, padrino di Ciaculli, e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss di San Lorenzo Salvatore, finiti oggi in cella.
COGNOME ECCELLENTE. Ha un cognome ‘eccellente’ uno dei fermati nell’ultimo blitz della Dda di Palermo sulla ricostituzione della Commissione di Cosa nostra. Si tratta di Leandro Greco, nipote del ‘Papa’ di Cosa nostra, Michele Greco, padrino di Ciaculli. Ventinove anni, si faceva chiamare come il nonno. Il padre Giuseppe, invece, morto negli anni scorsi, aveva interrotto la ‘tradizione’ familiare e faceva il regista. Del ‘Papa’ si ricorda l’augurio, che suonò come una minaccia, fatto da dietro le sbarre dell’Ucciardone alla corte d’Assise che doveva decidere il maxi processo.
DUE NUOVI PENTITI. Collabora con i magistrati da mesi ed è un un fiume in piena Filippo Colletti, capomafia di Villabate fermato il 4 dicembre dai carabinieri con l’accusa di far parte della nuova commissione di Cosa nostra. Colletti, ai vertici della nuova Commissione, venne intercettato mentre parlava in auto col suo autista Filippo Cusimano. “Si è fatta comunque una bella cosa.. per me è una bella cosa questa.. molto seria… molto…con bella gente.. bella! grande! gente di paese..vecchia gente di ovunque”, disse confermando i sospetti degli inquirenti sulla restaurazione dell’organo direttivo.
Colletti e Bisconti hanno rivelato ai magistrati il loro ruolo di vertice dei ‘mandamenti’ di Villabate e Belmonte Mezzagno. Entrambi hanno inoltre confermato la riorganizzazione della Commissione provinciale di Cosa nostra svelando le dinamiche interne alla stessa e hanno fornito elementi importanti a carico di Leandro Greco, Calogero Lo Piccolo e Giovanni Sirchia.

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