Governo non paga da 15 mesi, niente pasti ai migranti di Gela

La coop sociale che fornisce gli Sprar non ha più fondi, i 45 ospiti dei centri accolti alla Caritas

GELA (CALTANISSETTA) – La cooperativa sociale che fornisce assistenza ai migranti di alcuni Sprar di Gela non ha più fondi disponibili e dopo avere anticipato le spese di gestione per 15 mesi senza ricevere contributi dallo Stato, ha sospeso, da ieri, l’erogazione di servizi essenziali come la somministrazione di pasti caldi.
Quarantacinque giovani ospiti di questi centri di accoglienza per richiedenti asilo, accompagnati dai loro mediatori culturali, si sono recati in municipio per parlare con il commissario straordinario, Rosario Arena, e con il dirigente dei servizi sociali. Oltre alla richiesta di aiuto presentata, cercano di capire i motivi del blocco dei contributi statali.
“Non chiediamo il ‘pocket money’ (da 1 a 2,5 euro al giorno) o ricariche telefoniche, ma un pasto caldo per sopravvivere”, hanno detto ai vertici del Comune di Gela che, facendo da tramite, a loro volta sostengono di non aver ricevuto trasferimenti specifici dallo Stato per tutto il 2018 a causa di una controversia con il ministero dell’Interno sui contributi relativi al 2017.
Si cerca ora di sbloccare la difficile situazione che potrebbe aggravarsi ulteriormente se, come pare stia per succedere, dovessero essere sospesi le utenze di acqua, gas e luce negli edifici che ospitano rifugiati e richiedenti asilo. Gli ospiti degli Sprar, nel frattempo, sono stati accolti dalla “Piccola casa della misericordia” della Caritas diocesana che oggi ha iniziato gratuitamente a fornire loro i pasti caldi.

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