Trapani, arrestato capo del genio civile

Ai domiciliari per corruzione anche un dirigente del Comune di Castellammare del Golfo e due imprenditori. Indagato l'assessore Turano. VIDEO

TRAPANI – Militari della Tenenza della guardia finanza di Alcamo hanno posto agli arresti domiciliari il capo del genio civile di Trapani, un dirigente del Comune di Castellammare del Golfo e due imprenditori. I provvedimenti restrittivi emessi dal Gip di Trapani, su richiesta della locale Procura, ipotizzano, a vario titolo, i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso materiale ed ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici.
Indagate anche altre 26 persone, tra funzionari pubblici, imprenditori e professionisti, nell’ambito di due distinti procedimenti penali tra loro collegati, hanno permesso, in particolare, di portare alla luce un sistema finalizzato ad “assicurare indebite agevolazioni a numerosi soggetti privati e imprenditori in relazione agli adempimenti in materia di edilizia privata e pubblica di competenza del Genio Civile e all’affidamento di lavori pubblici”.
Secondo l’accusa molte delle pratiche dirette all’ufficio del Genio Civile della Provincia di Trapani sarebbero passate dallo studio tecnico del figlio dell’ingegnere capo, grazie all’opera di un compiacente gruppo di ingegneri, architetti e geometri interessati a favorire i loro clienti. Da intercettazioni telefoniche della guardia di finanza emerge che in cambio il capo del genio civile di Trapani otteneva soldi e altre utilità. Tra quest’ultime le Fiamme gialle citano un consistente sconto su un credito vantato nei confronti di una società del settore delle energie rinnovabili, amministrata di fatto dallo stesso pubblico ufficiale e lavori edili in due sue case, facendo pagare i costi al condominio con fatture ‘gonfiate’.

In cambio l’imprenditore ha ottenuto due affidamenti diretti per lavori a un manufatto di una Pubblica amministrazione. Nell’altra inchiesta, al dirigente del III settore Lavori pubblici del Comune di Castellammare del Golfo sono contestati atti contrari ai propri doveri d’ufficio per avere “sistematicamente agevolato due imprenditori titolari di società di costruzioni di edifici, estrazione di pietre e coltivazione, attraverso l’assegnazione di appalti pubblici e l’affidamento diretto di gare in somma urgenza”. Inoltre avrebbe permesso loro di “beneficiare di maggiori introiti attraverso illegittime delibere comunali di varianti in corso d’opera” e di ottenere “l’aggiudicazione di appalti pubblici nonostante l’irregolarità della posizione contributiva”.
In cambio lui e la moglie avrebbero ottenuto la “concessione gratuita di una porzione di terreno per l’installazione di due campi eolici”. Indagini delle Fiamme Gialle trapanesi hanno interessato anche tre titolari di aziende di autotrasporti a Alcamo che attraverso l’utilizzo di falsi buoni di prelievo avrebbero provveduto ad effettuare numerosi prelievi di acqua potabile al serbatoio comunale senza pagarla e avrebbero prelevato da pozzi privati acqua non potabile destinandola al consumo umano (ad esempio, presso un centro dialisi, scuole e bar). Su queste situazioni è intervenuto il Comune di Alcamo.
Tra i trenta indagati c’è anche l’assessore alle Attività produttive della Regione siciliana, Mimmo Turano. La vicenda risale a due-tre anni fa, a prima della nomina di Turano ad assessore Regionale. “So soltanto di essere indagato – ha detto Turano – ma non mi viene contestato il fatto e quindi non so in qualità di cosa e quale sia l’episodio contestato. Sono certamente fatti accaduti ad Alcamo due-tre anni fa e che non riguardano assolutamente il mio attuale ruolo di assessore. Sono assolutamente sereno, ho piena fiducia nella magistratura e ho già informato il presidente della Regione. I miei legali si sono già attivati per chiarire nel più breve tempo la vicenda”.

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