Stangata alla nuova mafia catanese: “Cerchiamo chi fa clic, non chi spara”

La criminalità controllava le scommesse on line con un volume di affari di 4,5 miliardi: 68 arresti in tutta Italia. In Sicilia la gestione nelle mani di Santapaola-Ercolano e Cappello, chiuse 46 agenzie. "Cerchiamo adepti nelle migliori università mondiali". I NOMI - LE INTERCETTAZIONI - VIDEO: BLITZ IN SALA GIOCHI - IL SISTEMA

VIDEO: "Bam bam? No, pin pin. Questione di indice"

ROMA – Le nuove mafie hanno bisogno di “quelli che cliccano, che movimentano” i soldi facendoli transitare da un Paese all’altro senza lasciar traccia delle transazioni on line, non di quelli che fanno “bam bam”, cioè di quelli che sparano. A confermare il cambio di mentalità delle organizzazioni criminali è uno degli indagati nell’indagine di tre Procure che ha portato all’arresto di 68 persone appartenenti a gruppi mafiosi che si erano spartiti il mercato on line delle scommesse clandestine, intercettato dalla guardia di finanza mentre spiega quale sia la strategia giusta da attuare. Le città coinvolte sono Catania, Bari e Reggio Calabria.
Nella città etnea gli arrestati sono 28, tra esponenti dei clan mafiosi Santapaola-Ercolano e Cappello. Sequestri preventivi di beni per un valore di circa 70 milioni di euro localizzati sia in Italia che all’estero, nonché di quarantasei agenzie di scommesse/internet point, nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa. In particolare 25 nelle province di Catania, Messina e Siracusa, riconducibili direttamente o indirettamente al clan Cappello.

I NOMI. Questi gli arrestati: Anna Aurigemma, Salvatore Barretta, Orazio Bonaccorso, Antonio Chillè, Federico Di Ciò, Carmelo Di Salvo, Danilo Mario Giuffrida, Simone Insanguine, Gaetano Liottasio, Angelo Fabio Mazzerbo, Riccardo Tamiro, Giovanni Orazio Castiglia, Davide Cioffi, Giovanni Conte, Santo D’Agata, Gino Vincenzo D’Anna, Andrea Di Bella, Giovanni Di Pasquale, Antonino Iacono, Francesco Nania, Antonino Russo, Pietro Salvaggio, Angelo Antonio Susino, Salvatore Truglio, Carmelo, Giuseppe Gabriele e Vincenzo Placenti.
GIRO DI AFFARI ENORME. Le indagini si sono avvalse anche del contributo di un collaboratore di giustizia che era stato, grazie alle proprie competenze tecniche specifiche, l’ideatore della struttura organizzativa e che è stato quindi in grado di fornire la chiave di lettura per svelare il sistema illecito. Solo per il sito web “revolutionbet365.com” il volume di affari era di circa venti milioni di euro per il periodo dall’ottobre del 2016 al giugno del 2017, ovviamente soldi del tutto sconosciuti all’erario. Un giro che ha assicurato ai mafiosi catanesi un profitto complessivo di oltre 50 milioni di euro tra il 2011 e il 2017.
Le agenzie di scommesse controllate direttamente o indirettamente simulavano un’attività di trasmissione dati per la raccolta on line di scommesse, ma in realtà operavano la tradizionale raccolta “da banco” per contanti. La riconducibilità ai clan mafiosi di tali agenzie veniva schermata attraverso un reticolo di società estere (localizzate principalmente nelle Antille Olandesi a Curaçao) amministrate da prestanome, che permetteva alle consorterie criminali di riciclare, anche attraverso il passaggio di denaro sui conti correnti accesi in Paesi non cooperativi, i guadagni illecitamente conseguiti.
Il gruppo Placenti attraverso il sito revolutionbet aveva compiuto un autentico salto imprenditoriale assurgendo al primario ruolo di “bookmaker” in grado di imporsi nel mercato regionale del gaming con una rete commerciale di 8 master sotto i quali hanno operato 28 commerciali, 7 “sub-commerciali” e 20 “presentatori”. I Placenti avevano così messo a frutto il ruolo di “master” ricoperto negli anni 2011 -2015 nell’area catanese per conto del noto marchio “Planetwin365″ (le indagini, come precisa la nuova proprietà, riguardano esclusivamente chi l’ha gestita fino al 2017, al momento della cessione).
COME VENIVANO REINVESTITI I GUADAGNI. Gli ingenti guadagni sono stati reintrodotti nel circuito economico legale mediante l’acquisizione di svariate attività commerciali. Le forze dell’ordine sono così arrivate a 42 unità immobiliari e 36 società (tra le quali oltre a società nazionali ed estere attive nel gaming anche un autosalone, una società di rimessaggio di barche e noleggio di moto d’acqua, una palestra, una squadra di calcio militante nel campionato di Promozione). Tra i beni di particolare pregio una villa sul mare, edificata ad Augusta e non censita al catasto, e un lussuoso appartamento di 11 vani a Castelnuovo di Porto a Roma (fittiziamente intestato a un Gruppo Europeo di Interesse Economico maltese) nonché 5 appartamenti in Austria (Vienna e Innsbruck).
I CAPI E I SITI. Per quanto riguarda il clan Cappello, gli interessi sul versante catanese venivano curati Giovanni Orazio Castiglia, legato da rapporti diretti di parentela a Salvatore Massimiliano Salvo, esponente di vertice del predetto clan, mentre sul versante aretuseo emergeva la figura dell’imprenditore Antonino Iacono, residente a Pachino, quale garante dei medesimi interessi.
In particolare si fa riferimento alla rete operante su siti con estensione “.com”: tra gli altri, “Futurebet, Futurebet2021, Future2bet2021, Betworld365, Betcom29, Betcom72”, mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’autorità amministrativa, tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra), utilizzati all’interno di sale scommesse, internet point ed esercizi commerciali. Attività, in alcuni casi, fittiziamente intestate a persone compiacenti.
Castiglia e Iacono inoltre sono ritenuti organizzatori e direttori anche di una ulteriore associazione a delinquere che operava specialmente nelle province di Siracusa e Ragusa con siti come “Premierwin365”, “Special2bet”, “Goplay33”, “Racing dogs”, “betcom29.com”, “stanleybet”.
BAM BAM E PIN PIN. “Io cerco i nuovi adepti nelle migliori università mondiali – lo sentono dire i finanzieri – e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi in mezzo alla strada vanno a fare così: ‘bam bam!'”. “Io invece – aggiunge l’uomo – cerco quelli che fanno così: ‘pin pin!!’. che cliccano, quelli che cliccano e movimentano. E’ tutta una questione di indice, capito?”.
Oltre agli arresti è arrivato il sequestro di beni in Italia e all’estero per oltre un miliardo. Il volume delle giocate, riguardanti eventi sportivi e non, scoperto dagli investigatori di guardia di finanza, polizia e carabinieri, è superiore ai 4,5 miliardi.
I destinatari dei provvedimenti cautelari sono tutti importanti esponenti della criminalità organizzata pugliese, reggina e catanese, oltre a diversi imprenditori e prestanome. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione mafiosa al trasferimento fraudolento di valori, dal riciclaggio all’autoriclaggio, dall’illecita raccolta di scommesse on line alla fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni.
Per rintracciare il patrimonio accumulato ed effettuare i sequestri è stata fondamentale la collaborazione di Eurojust e delle autorità giudiziarie di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna e Malta.

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