Donna incinta morta al Cannizzaro, processo per 7 medici a Catania

Valentina Milluzzo è deceduta in ospedale nel 2016 dopo aver perso due gemelli. La Procura: "Imprudenza, negligenza e imperizia"

CATANIA – Accogliendo la richiesta della Procura di Catania, il gup ha rinviato a giudizio sette medici del reparto di ginecologia e ostetrici dell’ospedale Cannizzaro per la morte di Valentina Milluzzo, la 32enne alla diciannovesima settimana di gravidanza deceduta il 16 ottobre 2016 dopo avere perso, con altrettanti aborti, i due gemelli che aspettava in seguito a una fecondazione assistita.
Il reato ipotizzato è concorso in omicidio colposo plurimo. Nell’inchiesta non si contesta il fatto che i medici siano obiettori di coscienza. La prima udienza del processo si terrà il 3 luglio del 2019 davanti alla terza sezione del tribunale di Catania.
Imputati sono il primario del reparto, Paolo Scollo, perché “in posizione di garanzia e con obblighi di controllo e vigilanza”; i medici del reparto Silvana Campione, Giuseppe Maria Alberto Calvo, Alessandra Coffaro, Andrea Benedetto Di Stefano e Vincenzo Filippello, “in servizio nel reparto e in sala parto, avvicendatisi nei turni di guardia”; e l’anestesista Francesco Paolo Cavallaro, “intervenuto in sala parto la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2016”.
Secondo l’accusa “in concorso e cooperazione tra loro cagionavano con colpa il decesso della gestante” ricoverata per minaccia d’aborto in gravidanza gemellare bicoriale. La Procura contesta ai medici ‘colpa professionale” per “imprudenza, negligenza e imperizia”.
In particolare “nella mancata attuazione di una terapia antibiotica adeguata” sia il 14 e il 15 ottobre, nel “mancato tempestivo riconoscimento della sepsi in atto”, nella “mancata raccolta raccolta di campioni per esami microbiologici”, nella “mancata tempestiva rimozione della fonte dell’infezione: i feti e le placente” e la “mancata somministrazione di emazie durante l’intervento”.
Tutti eventi, che sostiene la Procura di Catania, avrebbero “determinato il trasmodare della sepsi in shock settico irreversibile con conseguente insufficienza multiorgano e coagulazione intravascolare disseminata” che hanno causato il decesso della paziente. Del caso si occupò anche il ministero della Salute che inviò degli ispettori all’ospedale Cannizzaro. Nel processo si è costituita parte civile la sorella della di Valentina Miluzzo.

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