Avvelenati quaranta cani a Sciacca: animalisti attaccano i politici

L'Enpa: "Esche mortali". La Leidaa denuncia il sindaco: "E' il primo responsabile". Miccichè vuole una commissione, per il M5s "le soluzioni sono altre". VIDEO

PALERMO – I volontari Enpa di Catania, Adrano e Agrigento sono intervenuti a Sciacca ieri pomeriggio nel luogo dove una trentina di cani sono morti per avvelenamento. Sul posto, un’area di capannoni dismessi, i volontari hanno trovato rifiuti, eternit ed esche avvelenate.
La storia va avanti da qualche giorno, ma ora il fenomeno ha raggiunto livelli preoccupanti: almeno 40 randagi sono morti per aver ingerito cibo avvelenato distribuito da qualcuno per strada. La vicenda, oltre alle associazioni ambientaliste, ha allarmato la politica. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, vuole istituire una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo, mentre il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, stamane è stata denunciata dall’Aidaa, l’Associazione per la difesa degli animali e ambiente, in quanto “primo responsabile per il benessere dei randagi presenti sul territorio comunale e della loro salute e incolumità”.
Valenti è stata minacciata ieri sul proprio profilo social: al primo cittadino e ai suoi figli è stata augurata la morte, al pari di quella patita dai cani randagi avvelenati.
Contro Miccichè si schiera il gruppo parlamentare del M5s all’Ars: “Istituire una commissione parlamentare sarebbe una perdita di tempo. Occorre agire subito per evitare altre stragi di randagi in Sicilia attraverso maggiori risorse ai Comuni da destinare anche alla realizzazione di rifugi pubblici per i randagi insieme a un maggiore coinvolgimento delle associazioni animaliste di volontariato, private della possibilità di continuare a occuparsi dei randagi. La legge regionale di contrasto al randagismo è desueta: prevede un sistema sanzionatorio per gli enti locali, ma queste risorse finiscono nelle casse della Regione”.
Si teme ora per una ventina di cani che, stando alle informazioni raccolte da Enpa, sono soliti frequentare i capannoni e che ancora mancano all’appello; alcuni animali sono stati intravisti dai volontari ma non è stato possibile trovarli. L’area è stata posta sotto sequestro dai carabinieri.
“Purtroppo non ci è stata data alcuna informazione al riguardo. L’amministrazione comunale – spiega Cataldo Paradiso, presidente dell’Enpa di Catania – è assente e, a parte qualche frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l’incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge. Secondo la normativa, infatti, il sindaco non solo è responsabile per i randagi e gli altri animali vaganti sul suo territorio, ma in in caso di ritrovamento di esche avvelenate deve attivare la procedura prevista dalla normativa. Che prevede la bonifica dell’area interessata. Tuttavia, sembra proprio che a Sciacca, ciò non sia accaduto e che nulla venga fatto per porre rimedio a tale inadempienza”.
Sulla questione interviene anche l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa): “Se davvero si vogliono impostare misure immediate e risolutive contro il randagismo dilagante in Sicilia, è indispensabile richiamare alle proprie responsabilità i soggetti cui le leggi vigenti affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le aziende sanitarie. L’uso del veleno per risolvere con un macabro e inaccettabile fai-da-te l’emergenza randagismo, è purtroppo cosa di tutti i giorni, in Sicilia e in altre regioni del Paese. Ma le dimensioni del massacro dicono che in alcuni territori si è ormai passato ogni limite”.
I parlamentari del M5s sottolineano che “nella scorsa legislatura la commissione Sanità ha esitato un disegno di legge, proprio su questo tema, al quale il Movimento ha dato un contributo fondamentale; ma si è arenato in commissione Bilancio. Chiediamo di ripartire da quel ddl. Se la presidenza dell’Ars intende istituire una nuova commissione lo faccia per indagare il business dei canili privati”.

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