Strage di ferragosto, due condanne

Catania. Trent'anni di carcere per gli scafisti libici che causarono la morte di 49 migranti per asfissia a causa dell'assenza d'aria nella stiva

CATANIA – Sono stati condannati a 30 anni di reclusione ciascuno per omicidio plurimo in concorso due scafisti che erano stati condannati solamente per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito delle indagini della Procura di Catania sulla cosiddetta ‘strage di ferragosto’ del 2015 nella quale nel Canale di Sicilia morirono 49 migranti che viaggiavano a bordo di un barcone a causa dell’assenza di aria nella stiva.
Sono F. Ahmad Abdelkarim Alla, di 23 anni, e Abd Arahman Abd Al Monsiff, di 21. Il provvedimento restrittivo, emesso il 30 gennaio scorso dalla Corte di Assise di Catania su richiesta della Procura, è stato notificato loro dalla Polizia di Stato in seguito a una sentenza emessa il 5 dicembre dello scorso anno – ma di cui si è avuta notizia solo ora – dalla Corte di Assise di Catania.
Insieme con altri due scafisti – anch’essi condannati in primo grado a 20 anni per lo stesso reato nel novembre del 2016 – durante la navigazione, impedendo con violenza ai migranti che si trovavano all’interno delle stive di salire al ponte superiore, i due libici avrebbero causato la loro morte per asfissia. Il natante, con a bordo 313 migranti e 49 salme, fu soccorso nel Canale di Sicilia nell’estate del 2015 dalla nave militare Cigala Fulgosi.
Arrivarono tutti a Catania il 17 agosto a bordo della nave norvegese Siem Pilot. In quell’occasione furono fermati dalla squadra mobile otto presunti scafisti, tre dei quali nell’ottobre del 2016 furono condannati dal Gup di Catania Giovanni Cariolo a venti anni di reclusione ciascuno per omicidio volontario e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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