Macerata, spari dall’auto contro gli immigrati

Terrore in pieno centro: il 28enne Luca Traini al momento dell'arresto ha indossato un tricolore e ha fatto il saluto fascista. Alle Comunali del 2017 era stato candidato con la Lega

MACERATA – Mancano circa 10 minuti alle 13 quando l’Alfa Romeo nera inseguita da tutte le forze di polizia piomba a tutta velocità lungo la discesa di piazza della Vittoria a Macerata, dopo un raid in tutto il centro della città con spari all’impazzata, ma soprattutto mirati a persone di colore.
Giunta in piazza della Vittoria, in fondo a corso Cavour, una delle strade di accesso al centro città, l’auto va contromano verso il marciapiedi del Monumento ai Caduti, un colonnato di mattoni e pietra bianca con un’edicola la centro, in stile littorio. Si blocca e il conducente salta fuori dall’abitacolo mentre gli inseguitori arrivano da tutte le direzioni. E’ un uomo alto 1,80 m, fisico atletico, calvo, un vistoso pizzetto, una tuta.
Si chiama Luca Traini, ha 28 anni, una candidatura nelle liste della Lega Nord come consigliere comunale per le amministrative a Corridonia, un piccola città in provincia di Macerata chiamata così in onore di Filippo Corridoni, sindacalista interventista, morto durante la Prima Guerra Mondiale, figura molto popolare durante il regime fascista. Ma in quel momento ancora nessuno sa chi sia quel ragazzone che sale di corsa i gradini del monumento, sfilandosi la felpa.
Spiega una grande bandiera tricolore con cui si avvolge le spalle, poi a metà gradinata si gira vero la piazza e fa con grande enfasi il saluto fascista. In pochi secondi viene circondato dai carabinieri con i giubbotti antiproiettile e tutti gli altri dispositivi di protezione. Non oppone resistenza, si consegna ai militari e viene portato in caserma, ancora avvolto nella bandiera.
Nell’auto abbandonata con lo sportello aperto ci sono la pistola, una tuta mimetica, delle piume bianche, bottiglie d’acqua e appunti scritti a penna. Forse lì si troverà qualche spiegazione di quella che sembra una vera e propria missione punitiva anti migranti, che per un puro caso non ha avuto conseguenze più drammatiche.
Un gesto legato al clima di choc, paura e tensione a Macerata per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana, allontanasi da una comunità di recupero e trovata poi morta, il corpo smembrato e chiuso in due trolley nelle campagne di Pollenza. Proprio a Pollenza, secondo alcuni testimoni, si è diretto Traini nella sua folle corsa. L’epilogo però è avvenuto nel centro abitato di Macerata, davanti a una grandiosa scenografia di stampo fascista.

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