Catania: troppa attesa al pronto soccorso picchia poliziotto e metronotte

Aggressione al Vittorio Emanuele, il 46enne Alessandro Candela poi scappa ma viene arrestato. Gli infermieri: "E' l'ospedale più pericoloso della città"

CATANIA – Un 46enne che lamentava tempi lunghi d’attesa per la madre nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele ha aggredito, colpendoli con calci e pugni, un agente di polizia e un metronotte, provocando ferite giudicate guaribili in 7 giorni al primo, e a 12 giorni al secondo.
L’uomo è subito fuggito con uno scooter. Agenti della squadra mobile lo hanno identificato e arrestato, accusandolo di aggressione e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta del pregiudicato Alessandro Candela.
Nel primo pomeriggio di ieri prima ha cominciato a inveire contro il personale, che per evitare che la situazione potesse degenerare ha immediatamente chiamato un poliziotto in servizio nell’ospedale. In suo aiuto anche una guardia giurata.  Candela ha aggredito entrambi.
Il pronto soccorso del Vittorio Emanuele è stato nei primi giorni del 2017 teatro di un ‘raid punitivo’ compiuto da sette persone nei confronti di un medico che si era rifiutato di fornire i dati su una paziente che aveva curato poco prima e che uno degli aggressori riteneva fosse la donna gli aveva tamponato l’auto.
“La situazione ha raggiunto livelli ormai insostenibili e solo un mese fa l’avevamo denunciato – spiega Salvatore Vaccaro, segretario provinciale del Nursind, il sindacato degli infermieri -. Siamo veramente preoccupati per l’escalation di violenza che sta colpendo tutto il personale del pronto soccorso”.
Secondo il NurSind il Vittorio Emanuele è l’ospedale più pericoloso della città, “totalmente all’abbandono: illuminazione scarsa e strade interne non proprio consone per un nosocomio che racchiude decenni e decenni di storia della sanità catanese. A ciò si aggiunge la pericolosità dei cancelli, che sarebbero aperti tutta la notte senza controllo”.
Ma le aggressioni, verbali e fisiche, sono ormai in continuo incremento in tutti i presidi ospedalieri. Secondo uno studio del Nursind, le aggressioni nel 2017 sono aumentate rispetto all’anno precedente del arrivando al 57,3%, mentre nel 2016 era fermo al 54,8%.

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