“Mattarella era il rinnovamento”

A Palermo commemorazione per il 38° anniversario della morte dell'ex governatore ucciso dalla mafia. Grasso: "Faceva paura perché aveva dato un volto nuovo alla Sicilia". Foto - Video

Omicidio del 6 gennaio 1980, si riapre il caso

PALERMO – Si è svolta in via Libertà a Palermo la commemorazione dell’uccisione del presidente della Regione Piersanti Mattarella assassinato il 6 gennaio 1980. Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri il presidente del Senato Piero Grasso e il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. I rappresentanti istituzionali hanno deposto corone di alloro all’altezza del civico 137 dove fu ucciso Mattarella. C’erano anche diversi familiari di Mattarella, tra cui la figlia, Maria, recentemente nominata al vertice della burocrazia regionale, con l’incarico di segretaria generale, e parenti di altre vittime, come Vincenzo Agostino con la sua lunga barba bianca che da decenni reclama giustizia
“Da 38 anni si ripete questo momento di dolore e commozione, nel ricordo di quella mattina in cui ero di turno. Fui chiamato a fare il sopralluogo e a fare i conti con la triste realtà'” sottolinea il presidente del Senato Pietro Grasso a margine della cerimonia di commemorazione.

Da sinistra Maria Mattarella e il prefetto di Palermo Antonella De Miro


“Mattarella – ha detto Grasso – rappresentava la svolta e il cambiamento per la Sicilia. Aveva iniziato una politica di rinnovamento basata sulla meritocrazia, sulla legge urbanistica che difendeva il suolo, sulle rotazioni nei collaudi. Tutta una serie di provvedimenti che davano un volto diverso della Sicilia e rompevano gli interessi politico-mafiosi. La sua uccisione segna uno stallo di questo rinnovamento. Una sorta di ritorno all’antico. Una forma d’intimidazione per tutti coloro che osavano contrastare la mafia e i suoi interessi”.
L’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci: “Sono qui per rendere omaggio al presidente Piersanti Mattarella a nome di tutta la popolazione siciliana. Un uomo grande e un presidente che ha introdotto l’innovazione tra istituzione e società’. Una persona che voleva una Regione con le carte in regola. Se tutti lo avessimo ascoltato, allora,le condizioni della Regione oggi sarebbero diverse e il rapporto di sfiducia tra i cittadini e’ l’istituzione non toccherebbe i valori bassissimi di oggi. E’ il segno evidente che tra la piazza e il palazzo c’e’ un divario profondo che dobbiamo colmare con l’esempio e le buone pratiche”.
“La figura di Piersanti Mattarella rappresenta una risorsa preziosa di buona politica e impegno antimafia. Il suo assassinio è una ferita ancora aperta per la nostra democrazia” aggiunge il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia.

“Sono passati tanti anni – aggiunge – ma la sua storia e il suo insegnamento sono attualissimi. Sono un programma ideale e politico aperto del cammino che dovremmo fare, soprattutto in questi perigliosi momenti della vita politica siciliana e nazionale”. “È una ferita ancora aperta – continua Lumia – perché non ci si può rassegnare alla verità giudiziaria fin qui raggiunta. Ha fatto bene la Procura di Palermo, guidata da Lo Voi, a riaprire il caso. Mafia, politica, affari, apparati e trame nere hanno fatto capolino intorno a questo omicidio che ha segnato la storia della Sicilia”.
“Non si è mai riusciti ad avere un quadro chiaro – spiega il senatore del Pd – nonostante i racconti di decine e decine di collaboratori, proprio perché intorno alla scelta di uccidere Mattarella avranno giocato soggetti diversi con interessi convergenti”. “Scavare, riprendere il filo del cammino – conclude – è un impegno a cui non bisogna rinunciare. È stato fatto un buon lavoro in Parlamento sul caso Moro, bisognerebbe nella prossima legislatura fare lo stesso su quello di Piersanti Mattarella, perchè il rilievo del suo assassinio non è solo siciliano ma nazionale”, conclude.

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