Mazzette patenti nautiche, indagati respingono accuse: ‘Noi in buona fede’

Palermo: secondo l'accusa hanno truccato gli esami

PALERMO – Si sono difese davanti al gip Wilma Mazzara alcune delle persone coinvolte nell’inchiesta su un giro di mazzette per il superamento degli esami per il conseguimento di abilitazioni professionali per il personale marittimo imbarcato su navi mercantili e da crociera. Gli indagati hanno deciso di rispondere all’interrogatorio di garanzia.
Alessandra Schirò, 61 anni, professoressa di lingue all’istituto nautico e allo stesso tempo membro della commissione esaminatrice della direzione marittima finita ai
domiciliari, ha spiegato che non le sembrava strano il fatto di rivestire entrambi i ruoli e di interrogare i candidati all’esame che le avevano pagato 20 euro a lezione per superare
la prova di inglese. Avrebbe comunque mantenuto l’assoluta obiettività e in ogni caso, ha spiegato, non era detto che fosse sempre in commissione. Una giustificazione simile l’ha data Giovanni Paterna, ritenuto uno dei capi dell’organizzazione assieme a Leonardo Busalacchi, che avrebbe rivestito il ruolo di “cacciatore” di candidati.
Busalacchi, impiegato civile della direzione marittima della Capitaneria di porto, ha detto di aver sempre agito in buona fede.
Sono dodici in tutto gli indagati a vario titolo di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione di segreto d’ufficio e falsi ideologici in atto pubblico.
L’inchiesta ha fatto emergere un presunto giro di corruzioni nel rilascio di abilitazioni professionali per il personale marittimo imbarcato su navi mercantili e da crociera: arrestati
il responsabile di un centro di formazione palermitano e i membri delle commissioni esaminatrici, responsabili di aver truccato gli esami. Sono dieci i pubblici ufficiali
coinvolti.

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