Market di droga a Librino: 36 arresti, tra i pusher anche un bimbo di 6 anni

Catania. Imponente blitz dei carabinieri nel fortino del traffico di cocaina e marijuana per conto di Cosa nostra. Il procuratore Zuccaro: "Purtroppo nel quartiere è un'occasione di lavoro" 

Video: via vai e spaccio continuo

I NOMI E LE FOTO DEI FERMATI

 

CATANIA – Imponente operazione antidroga del comando provinciale di Catania denominata ‘Chilometro Zero’ che ha visto impegnati oltre 200 carabinieri: eseguiti 36 arresti e oltre 100 perquisizioni.
I militari hanno passato al setaccio un intero agglomerato della periferia sud della città, il quartiere Librino, considerato il più redditizio ‘supermarket’ della droga, a conclusione una imponente e complessa attività investigativa che ha portato all’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di 36 indagati.
L’ordinanza è stata emessa dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania ipotizzando i reati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina e marijuana per conto di Cosa nostra catanese.
PUSHER A 6 ANNI. C’era anche un bambino di 6 anni ‘impiegato’ nell’attività di spaccio a Librino. Il minore è il figlio della compagna di uno dei pusher arrestati. “A questo bambino è stato sottratto il futuro”, hanno detto gli investigatori durante la conferenza stampa a Catania. Il bambino veniva utilizzato durante la fase di spaccio con diverse modalità. Gli investigatori hanno sottolineato che si cercherà di “recuperare al più presto” il minorenne.
TUTTO IN MANO AI SANTAPAOLA. La gestione della droga all’interno della criminalità organizzata catanese è quella che fa capo a Rosario Lombardo del clan Santapaola, pluripregiudicato e agli arresti domiciliari per motivi di salute. L’operazione è stata denominata “Km 0” perché l’organizzazione faceva capo a Lombardo, che abita proprio nella via in cui è scattata l’operazione, in Viale Biagio Pecorino. Le indagini si sono anche avvalse delle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Angelo Bombaci e Salvatore Bonanno.
“Queste piazze di spaccio sono una delle fonti di reddito più importanti dell’organizzazione mafiosa, più ancora dell’attività estorsive, più ancora delle altre attività illecite ovviamente – ha detto il procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro -. E’ un’attività che poi foraggia le attività ‘lecite’ delle organizzazioni mafiose che fanno poi concorrenza sleale all’imprenditoria più sana. Ecco perché una persona importante come Lombardo, e prima di lui i fratelli Nizza, si dedicano all’attività di spaccio”.
“Purtroppo la droga a Librino è un’occasione perversa e illecita di dare lavoro a persone che purtroppo non ce l’hanno. Noi nel corso di questa operazione – ha aggiunto – abbiamo in pochissimi mesi arrestato il flagranza 25 pusher e arrestato oggi 36 persone. Pensate alla velocità di ricambio. In 10 minuti erano in grado, arrestato un soggetto, di poterlo sostituire in modo da potere svolgere la loro attività fino a 200 consegne di droga al giorno”.
SPACCIO DA DUEMILA EURO AL GIORNO. In sei mesi di indagini, nel quartiere catanese di Librino, gli investigatori hanno arrestato in flagranza 25 pusher, sequestrato cocaina e marijuana ed accertato lo spaccio di 200 dosi al giorno per un guadagno di circa 2.000 euro al giorno. La droga veniva spacciata giorno e notte e la “piazza” chiudeva alle due di notte per riprendere l’attività alle 8 del mattino successivo. I pusher, è stato accertato, avevano un compenso che andava dai 50 ai 100 euro al giorno e si impegnavano, se arrestati, a riprendere l’attività una volta fuori dal carcere. A quelli che venivano arrestati veniva assicurato un compenso di 100 euro al giorno. Durante l’operazione i carabinieri hanno notificato a 36 persone l’ordinanza di custodia cautelare in carcere o ai domiciliari: diciannove degli arrestati sono stati rinchiusi in carcere, 10 sono stati posti ai domiciliari e a sette di loro il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere.  Del gruppo degli arrestati fanno parte anche una donna e persone legate tra di loro da vicoli di parentela, tra cui un padre e tre figli.
La piazza di spaccio sgominata dai carabinieri è considerata dagli investigatori una delle più importanti tra quelle rimaste in città dopo le operazione della forze dell’ordine. La sua organizzazione – è stato sottolineato durante la conferenza stampa – era simile ad una impresa privata con compiti ed orari ben precisi. I pusher che venivano via via arrestati venivano sostituiti in tempi brevissimi.
GLI ARRESTATI. Nell’operazione denominata ‘Km 0’ sono finiti in manette Ivan Battaglia, di 25 anni, Giuseppe Brigante, Giovanni Coco e Giuseppe D’agata, tutti di 23 anni, Concetto Fazio, di 42, Vito Gardali, di 24, Gianluca Torrisi, di 21, Francesco Zuccaro, di 20, Danilo Alessandro Giammona, di 27, Italo Carmelo Marsengo, di 41, Francesco Meo, di 46, Carmelo Nicotra, di 26, Giovanni Palazzolo, di 32, Gaetano Lanzanò, di 26, Giuseppe Marsengo, di 29, Cristian Strazzeri, di 26, Gabriele Agatino Strazzeri, di 22, Roberto Savasta, di 31, Francesco Strano, di 20. In carcere, dove sono rinchiusi, il provvedimento restrittivo è stato notificato a Salvatore Ternullo, di 24, Giuseppe Messina di 20, Carlo Burrello, di 24, Fernando Giarratano, di 23, Daniele Maggiore di 39, Gioacchino Strano, di 24 e Gioacchino Strano Junior, di 22 Ai domiciliari sono stati posti un giovane di 21 anni,G.M., Carmelo Giaquinta, di 39, B.S., di 21, Antonio Di Mauro, di 21, Salvatore Celso, di 23, Cristian Castagna Cristian, di 22, Antonino Marsengo, di 20, Lorenzo Marsengo, di 23, Giuseppe Pulvirenti, di 39 anni, Giada Salerno, di 21.

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