“Sono io il candidato legittimo del Pd”

Verso le regionali. Crocetta: "Non c'è alternativa alle primarie, ma non sto rompendo con la coalizione. Lancio una proposta unitaria al centrosinistra. Il progetto Micari è perdente"

L'analisi Il taglia e cuci del centrosinistra - di L. Ciliberti

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PALERMO – “Io sono stato sempre chiaro, se qualcuno pensa che Rosario Crocetta sia l’ideologo della divisione del centrosinistra si sbaglia alla grande. Rosario Crocetta e i suoi compagni e amici lanciano una proposta unitaria di confronto tra le forze politiche tra le quali nessuna deve essere umiliata”.
Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta in conferenza stampa a Palermo rilancia sul tema delle candidature in vista delle elezioni regionali del 5 novembre. “Ieri ho discusso con Raciti (segretario regionale del Pd ndr) – ha aggiunto il presidente della Regione uscente – insieme a Micari, Orlando, Cardinale, Vizzini e Castiglione. La democrazia è una cosa seria: è fatta di discussione e di confronto nelle sedi deputate a decidere. Qui abbiamo assistito a un progetto lanciato senza alcuna verifica democratica”.
Poi ribadisce la assoluta necessità delle primarie: “Non c’è alternativa alle primarie non sto rompendo con la coalizione. Sulla base dell’articolo 18 comma 5 dello Statuto del Pd io sono il candidato legittimo del Pd, che avrebbe dovuto proporre gli alleati. Il tempo c’è, si faccia in tempo. Nessuno attribuisca a Crocetta la voglia di rompere o disintegrare il centrosinistra. Io sto facendo una proposta chi dice no vuol dire che è così arrogante e pensa che basta mettere insieme quattro notabili per vincere”.
“Dire progetto Palermo per il centrosinistra significa accreditare un’idea municipalista. Si vince nel momento in cui si rappresenta il modello Sicilia non quello di una singola città – ha aggiunto -. A volte penso che si voglia accreditare il modello Giacchetti, perdente a Roma. E Nessuno pensi che io sia così stupido da non saper fare alleanze”.
“Un elezione del presidente della Regione non è un concorso a cattedre né per titoli, è un ruolo politico”, ha poi detto riferendosi implicitamente alla candidatura dell’attuale rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari, avanzata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e con il sostegno di Pd e Ap.
Per quanto riguarda poi il movimento politico da lui stesso fondato Crocetta ha osservato: “Il Megafono in questi anni è stata la forza più unitaria del centrosinistra. Gli sposalizi si fanno in due: non si può pensare che da un lato ci sia un generoso Crocetta e dall’altro scelte calate dall’alto”.
“Io vengo da una lunga militanza e da una lunga storia politica. Per me il dado è tratto quando ci sono delle decisioni democratiche assunte e non quando qualche potente le assume – ha poi risposto a chi ha chiesto se in caso di rottura con il Pd gli assessori resteranno in giunta -. Se hanno deciso di rompere e di non accettare il confronto con il presidente uscente e con una forza politica, non sono io responsabile. Un governo del presidente, sarebbe una naturale conseguenza. Se l’opzione non dovesse essere accettata, gli altri si assumeranno le responsabilità della rottura”.
“Io credo che il progetto Micari sia perdente: non cammina con le gambe della società e dei partiti della coalizione, è un progetto destinato a perdere”, ha detto commentando la candidatura del rettore di Palermo. “Se qualcuno vuole fare il prepotente – ha ammonito – pagherà il prezzo della propria prepotenza e siccome è una sconfitta annunciata, nessuno se la prenda con Fausto Raciti. Altri non hanno l’obiettivo di vincere le elezioni; hanno l’obiettivo di come fare fuori Rosario Crocetta: è un gioco sulle spalle della Sicilia. Micari se è convinto che non è così, si misuri con le primarie”.
“Il progetto Micari – ha concluso Crocetta – è un progetto nato a Roma con Leoluca Orlando che ha fatto esattamente la stessa cosa che ha fatto con le amministrative. È andato a Roma, si è fatto candidare dal Pd e poi ha detto che era civico, noi gli abbiamo fatto una legge che con il 40% vinceva e poi ha fatto tutto da solo. Io non posso accettare che la Sicilia venga commissariata da Roma”.
“Io non temo la corsa solitaria. La Sicilia cambia – ha detto – se cambiano i partiti, i siciliani sono un popolo strano che a volte sopporta per decenni ma una volta ogni tanto tira la corda pazza che cambia la storia”.
Sul misterioso incontro romano con Renzi, Crocetta ha precisato: “Con Renzi ci siamo sentiti. A Roma ho incontrato Raciti. Era in programma un incontro ma ho ritenuto che, dopo la riunione della segreteria regionale del Pd, fosse necessario prima un confronto con il segretario Raciti e poi successivamente comunicare io a Renzi le nostre decisioni. Coinvolgere il segretario nazionale non mi sembrava responsabile in questo momento”.
Poi il presidente presentando lo slogan “Liberi” scelto per la campagna elettorale ha detto: “Ho scelto questa immagine e il blu perché nulla è più libero del mare”.
Nella sala dell’hotel delle Palme dove si è svolto l’incontro con la stampa c’erano alcuni fedelissimi del governatore, la vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, il senatore Beppe Lumia, ma anche il segretario regionale organizzativo del Pd Antonio Rubino che dice “sono qui per ascoltare. Mi sembra che la parola che il presidente ha pronunziato più volte sia unità”. “Lo considero – aggiunge – un segnale importante e lavoreremo per evitare ulteriori rotture che non servono al centrosinistra”.

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